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Fabio Concato
Musico Ambulante

La sottoposizione a restyling del proprio repertorio è un'operazione che intraprendono moltissimi artisti e Fabio Concato ne ha fatto nel tempo largo uso, con risultati a dir poco eccellenti.

Agli inizi degli anni '90, con le antologie "Misto di poesia" e "Vita quotidiana", egli ricantava ex novo 14 dei 18 brani che componenvano i primi due album (si allude a "Storie di Sempre" e "Svendita Totale", rispettivamente del 1977 e del 1978), mentre nel 1994 pubblicava "Scomporre e ricomporre", album in studio contenente un pezzo inedito e canzoni attinte dalla passata discografia (prevalentemente del periodo Philips), totalmente reinterpretati, vocalmente e strumentalmente, con risultati sorprendenti, spesso migliori rispetto alla tracklist del tempo (tra gli altri brni, si segnalano "Gigi", intepretata con maggiore enfasi, "Rosalina", impreziosita da sonorità sudamericane, e "Canto", prima contaminazione in assoluto con il jazz). 13 anni dopo, l'operazione veniva ripetuta con "Oltre il giardino", eccellente antologia arricchita anche da due inediti (unico neo del progetto, l'ulteriore inclusione di alcuni episodi già presenti nella precedente antologia, pur rivisti in modo ulteriormente difforme).
Nel 2017 è la volta di "Gigi", meravigliosa riproposizione in chiave jazz di 14 dei suoi cavalli di battaglia, valorizzati dall'espressività del trio facente capo a Paolo Di Sabatino.

Recentemente, l'artista milanese ha pubblicato "Musico ambulante" ove egli canta 22 pezzi accompagnato soltanto da una chitarra. Il risultato, in questo caso, ed è la prima volta che succede, non convince del tutto. Il minimalismo fa certamente parte del background di Concato, che non di rado si è affidato alla sei corde e alla voce per interpretare i suoi pezzi, anche nelle versioni originali, ma non appare efficace quando si tratta di ridurre ai minimi termini arrangiamenti complessi e stratificati. Quindi, nulla quaestio quando si parla di "Domenica bestiale", "Fiore di maggio", "Guido piano" ma - e duole evidenziarlo - pollice verso laddove si chamano in causa brani forti di arrangiamenti più strutturati come "Troppo vento", "Canto", "Rosalina", "Sexy tango", "Tienimi dentro te": castrati delle articolate sonorità dell'epoca, appaiono oggi fortemente deficitari e, di conseguenza, meno evocativi.
Si aggiunga un'altra nota di demerito: inspiegabilmente, l'edizione in vinile, è priva dell'unico inedito, il malinconico "L'umarell". Un vero peccato: cantato in dialetto milanese, parla del tipico pensionato che trascorre il suo tempo a guardare i cantieri, in particolare i lavori stradali, con una postura stereotipata (mani intrecciate dietro la schiena) e offrendo consigli indesiderati. La canzone è nata durante il periodo del lockdown, vissuto dall'artista con particolare sofferenza, essendo costretto lontano dai palchi e dal suo pubblico (il demo è stato addirittura registrato con uno smartphone a casa dell'autore e poi elaborato in studio).
Un'analisi dettagliata della discografia di Fabio Concato è presente presso il link "Storie di sempre".




Fabio Concato: voce
Andrea Zuppini: chitarra

Anno: 2021
Label: Halidon
Genere: Pop, Cantautorale

Tracklist:
cd 1
1. Troppo vento
2. Canto
3. Domenica bestiale
4. E' festa
5. Speriamo che piova
6. Rosalina
7. Sexy tango
8. E a quanti amori
9. Quando arriverà
10. 051/222525
11. Gigi
12. L'Umarell (Bonus Track)
cd 2
1. Fiore di maggio
2. M'innamoro davvero
3. Ti muovi sempre
4. La nave
5. Non mi scordare
6. Guido piano
7. Ti ricordo ancora
8. Rime per un sogno
9. La mia macchina
10. Tienimi dentro te
11. O bella bionda


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