Scritto da Gianluca Renoffio Sabato 26 Dicembre 2020 12:53 Letto : 1207 volte
Tutti i brani (sono 5 ma corposi e ben strutturati) scorrono senza fatica, senza oscurarsi l'un l'altro... tutti seguendo uno stsso "canone" ma senza mai ripetersi od annoiare. Pezzi ben suonati sia come precisione che come gusto muscale, con tante influenze e rimandi, i "Sigur Ros", i "Mogway" e i "God Is an Astronaut" in primis. Una musica sperimentale che mira a coinvolgere più di un senso, dominata da un impasto sonoro elettronico pieno di spunti felici in atmosfere ridondanti che ciclicamente si lanciano verso nuovi scenari per rientrare subito nei ritmi e nelle sonorità che avevano lasciato. A volte ipnotica, altre evocativa, caratterizzata comunque da riff violenti di chitarra che amplificano la necessità di attenzione ed una ritmica apparentemente ossessiva che fa da contrappunto alle tastiere floydiane. Una musica Buzzatiana, fatta di attesa, di continua metamorfosi che non si concretizza. Un rock per immaginare, moderno ed al tempo stesso volutamente low-fi, ovattato e contemporaneamente dirompente, comunicativo ed allo stesso tempo impegnativo. Ottima prova che regge multipli ascolti perché rock "pensante" nato evidentemente da una reale necessità di esprimere i propri sentimenti da parte della band. Bravi. |
Jonathan Nelli: Batteria Tracklist: |