Ci sono artisti ormai affermati che hanno prodotto vere e proprie opere d’arte di cui il mondo non potrà più farne a meno. Poi ci sono artisti dal passato ancora acerbo con un bagaglio artistico speciale che avrà, in futuro, un posto riservato nella storia. Alex Turner e Miles Kane sono giovani trentenni ben rodati in campo musicale, entrambi cantanti e chitarristi: il primo degli “Arctic Monkeys”, il secondo ha intrapreso una carriera solista dopo aver suonato con i “Little Flames” e “The Rascals”, gruppi ormai sciolti. I due, a seguito di una prima collaborazione di Kane nel secondo album degli “Arctic Monkeys”, annunciano, nel 2007, un progetto che li vede protagonisti: “The Last Shadow Puppets”. L’anno successivo esce “The Age of the Understatement”, il primo album della coppia britannica, dai suoni anni sessanta prestati ad un pop moderno che scala immediatamente le classifiche. Sembrava un disco destinato a rimanere in un limbo di solitudine ma ecco che, a distanza di otto anni, esce “Everything You’ve Come to Expect”: una sorprendente evoluzione del passato. É un album dall’eleganza disarmante, vestito di chitarre accompagnate dagli archi poetici di Owen Pallett a cui si aggiungono il basso di Zach Dawes (Mini Mansions) e la batteria di James Ford. Durante l’ascolto si assapora un morbido indie-rock dalle sfumature british che diventa particolarmente disorientante ed a tratti eclettico nel singolo “Bad Habits”. La seducente voce di Turner si prende gioco dell’indifferenza globale risultando, senza ombra di dubbio, uno degli elementi più preziosi venuti alla luce in questo millennio. Nel brano “The Bourne Identity”, edito nel sette pollici contenuto nell’edizione limitata deluxe in LP, è capace di confondersi addirittura con quella di John Lennon. A detta di Turner e Kane il disco non è nato da una singola sessione di scrittura ma mettendo insieme idee, musiche, registrazioni concepite nel corso degli anni e sbocciate, finalmente, in questa primavera. Spesso nei testi degli undici brani si parla esplicitamente dell’universo femminile, un cosmo intimo in cui ruota il genio dei due ragazzi a cui è bastata una fresca brezza di improvvisazione per dipingere una poesia sul buio dell’infinito. “Everything You’ve Come to Expect” è un disco sinuoso che, come una bella donna, si fa ammirare da subito e ammicca lasciandosi desiderare. Quando termina la musica si materializza il sogno che tutto possa ricominciare dall’inizio per poter rivedere quella ragazza ballare al cospetto del proprio sguardo meravigliato. “Tutto quello che ci si aspetta” non è poi così scontato, del resto regali così si fanno solo a Natale, ma è soltanto aprile, e che aprile. |
Alex Turner: voce, chitarra, cori Anno: 2016 |