Il trio londinese degli “Slabdragger” lancia in orbita il secondo album “Rise Of The Dawncrusher”, un’esplosione sonora che si dipana in sessantadue minuti di caduta libera nei meandri del buio doom inglese. Realizzato con pregiati e robusti materiali sonori, il disco, come un satellite, gravita attorno a cinque tracce trasportando a bordo un potente sound dominato dalle chitarre che, sospese in un universo sconosciuto, sperimentano vibrazioni stoner e sludge-metal. Nell’oscurità di questo viaggio cosmico le voci del chitarrista Sam Thredder e del bassista Yusuf Tari, caratterizzate da profondi groove ed urla graffianti, si incrociano e si respingono innescando una deflagrazione che toglie il respiro. L’ascoltatore viene sbalzato fuori dall’astronave ed inghiottito in un buco nero dalle atmosfere pesanti e cadenzate, dove il tempo subisce improvvise accelerazioni che fanno perdere l’orientamento. Facile perdersi in questa odissea scritta in quasi tre anni e promossa dal singolo “Evacuate!”: pezzo incisivo e cattivo che, a differenza degli altri quattro, risulta immediato all’ascolto vista la durata convenzionale. “Rise Of The Dawncrusher” è il biglietto per intraprendere un viaggio interstellare che, attraverso stati di paura e meraviglia, si oscura di lamenti, si illumina di frenesia e trionfa in termini di entusiasmo. Tracklist: 01. Mercenary Blues 02. Evacuate! 03. Shrine of Debauchery 04. Dawncrusher Rising 05. Implosion Rites Formazione: Yusuf Tary: basso, voce Sam "Shredder" Thredder: chitarra, voce Severin Black: batteria
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