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A 4 anni di distanza dall'ottimo
Soulgrinder tornato i cuneesi
Anthenora, una delle più solide e potenti realtà metal nostrane, con un concept album che farà felici tutti i defender della penisola, a patto che si dimentichi il passato della band.
The Ghosts of Iwo Jima liricamente infatti verte tutto sull'omonima battaglia tra americani e giapponesi durante la seconda guerra mondiale, con i primi vincitori e che terminò con più di 20 mila tra morti e dispersi. Gli
Anthenora proseguono cosi il loro percorso artistico fatto di un roccioso e monolitico heavy di chiara ispirazione
judaspristiana, ma questa volta meno immediato e accessibile rispetto al passato. L'apertura è al fulmicotone:
"Machine-Gunner inizia con un riff secco e poderoso, il basso imbastisce un groove al limite del crossover e la voce di
Luigi Bonansea è più ruvida del solito almeno fino all'epico ritornello. Da segnalare l'arrivo di due nuovi elementi nella line-up: il primo è quello di
Danilo Bar alle 6 corde e il secondo quello di
Marco "Kaste" Castellano al basso. Due innesti che hanno reso il sound della band piemontese più granitico e per certi veri più sporco, e visti i risultati non possiamo che essere contenti di questo. Dall'appeal indubbiamente più melodico
"Valkiria" impreziosita dai numerosi cambi di tempo della sezione ritmica a da l'intreccio delle due chitarre;
"The Old Guard" ha un DNA antemico perfetta per le esibizioni live degli
Anthenora, nonchè uno dei migliori brani della raccolta.
Molto
maideniana nel suo progredire
"Pathfinders",
"Poseidon" invece consente al combo di scaricare la propria rabbia sonora, per un pezzo sicuramente non di facile presa ma indubbiamente affascinante, sopratutto per la bella prestazione vocale. In
"Leningrad" è molto vario il lavoro delle due chitarre: una sputa un riff energico, l'altra tesse una parte più melodiosa. Anche qui da segnalare il buon refrain. Sul finale arrivano
"Enigama" e
"The Ghosts of Iwo Jima": la prima come di consueto in questo LP progredisce maestosa per poi subire un'accelerazione degna dei Judas Priest dei primi anni '80, nella title track invece sembra che a suonare il riff d'apertura ci sia Zakk Wilde. Il brano ha un impianto più rilassato e melodico rispetto a tutte le canzoni precedenti, ma dimostra un songwrting d'eccellenza da parte degli
Anthenora. Menziona a parte la merita la splendida copertina e tutto il book proposto con la solita eleganza con tutti i testi e bellissime illustrazioni ad opera di Diego Maniscalco.
The Ghosts of Iwo Jima ci riconsegna una band divenuta più introspettiva e attenta alla composizione del brano, concedendo pochi momenti cathcy e più attenzione al lavoro di rifinitura. La classe non è acqua e questo disco dimostra come gli
Althenora di classe ne abbiano da vendere. Bentornati.
78/100
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Luigi Bonansea: Voce Stefano "Pooma" Pomero: Chitarra Danilo "Man" Bar: Chitarra Marco "Kaste" Castellano: Basso e contrabbasso Fabio "Smaro" Smareglia: Batteria
Anno: 2010 Label: My Graveyard Productions Genere: Heavy Metal
Tracklist: 01. Machine-Gunner 02. The Sniper 03. Valkiria 04. The Old Guard 05. A Bridge too Far 06. Her Heyes 07. Leningrad 08. Pathfinders 09. Poseidon 10. The War of the Rats 11. Enigma 12. The Ghosts of Iwo Jima
Sul web: Anthenora Anthenora @MySpace

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