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Casa Del Vento
Giorni Dell'Eden

Ancora carichi nell’animo per aver partecipato a due brani dell’album Banga della sacerdotessa del rock Patti Smith, si riaffacciano sulla scena folk-rock italiana con Giorni dell’Eden gli aretini Casa Del Vento al “timone” di Luca Lanzi, ed è un gradevole ritorno alle proprie radici -

ma forse non si sono mai allontanati – di quel folk intinto e incentrato negli accenti umani e sociali, quelle prese di coscienza messe in musica e portate avanti sempre con evidente volontà; ballate delicate e parole lenitive per chi soffre, piange e vuole finalmente un sole da guardare, fanno traino in queste dieci  tracce che – accompagnate dalla bella cover di “Just breathe” dei Pearl Jam – inducono ad un ascolto attento e suggestivo chiaramente se si ha ancora qualcosa dentro emotivamente da smuovere.

Da sempre allineati nel filone Irish folk con MCR, Bandabardò, in questo disco i Casa Del Vento si fanno anche molto più intimi, confidenti e sfumati, ancor più vicini a forme di cantautorato soffuso, amarognolo e sognante, oseremo dire poeticamente Che Guevariano “dentro”, ed è un sentire eccellente che gonfia il cuore e la voglia di giustizia umana; un disco capace di far vivere l’ascoltatore nella contemporaneità fasulla di questa società totale e non solo quella che ci circonda, il palpito combattente della convinzione di ideali e fedi uniti come in un giuramento indissolubile. A bordo del registrato anche ospiti ad integrare le emozioni multiple concesse, come Violante Placido nelle arie rarefatte di “Icarus”, Francesco Chimenti (Sycamore Age) nel pezzo di cielo melodico chiamato “Rose di Marzo”, Lenny Kaye (chitarra della Smith) in “Giorni dell’eden”, il tremore rap condiviso con il rapper marocchino Youss YakuzaHurriya” e il rock mediterraneo con Daniele Sanzone degli A67 “L’inferno e la bellezza”, in poche parole un disco variegato, adatto per i duplici umori che ci assalgono a seconda  degli eventi.

Tracce di amore e lotta, sentore e vicinanza, tracce che una volta innescate scatenano – teneramente – la scossa inevitabile dell’essere  vivi e vicini a chi è  - in un modo od un altro – bastonato dalla merda della vita

80/100


Luca Lanzi: Voce, chitarra acustica
Sauro Lanzi: Fiati, fisarmonica
Massimiliano Gregorio: Basso
Fabrizio Morganti:
Percussioni
Andreas Petermann:
Violino
Riccardo Dellocchi:
Chitarra elettrica

Anno: 2012
Label: Mescal
Genere: Combact Folk

Tracklist:
01. Portato  dalle  nuvole
02. L’acrobata
03. Giorni  dell’eden
04. Hurrya
05. Berlin  serenade
06. La  croce  su  di  te
07. La  parola  rende  uguali
08. Icarus
09. Just  breathe
10. Rose  di  marzo
11. L’inferno  e  la  bellezza

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