Home Recensioni Album Rhyme - The Seed And The Savage

Rhyme
The Seed And The Savage

Forse   lo è stato per il passato, ma ora come ora non è più facile tirare fuori dal cilindro (raschiatissimo fino in fondo) del metal & similari momenti di gloria o perlomeno una parvenza di stupore valida per ascolti rapiti o genuini, gli anni passano, le passioni pure e quello che una volta elettrizzava ora  - al massimo – ci da un brivido a bassissimo voltaggio. Eppure qualcuno ancora dice qualcosa.

I lombardi Rhyme con l’album The seed and the savage mostrano che le chiacchiere stanno a zero, e che suonare metal non è solo una sensazione di sfogo fisico e mentale, ma una sacralità atea cui attenersi e propagare come un morbo elettrico ovunque e dovunque, una religione amplificata alla quale genuflettersi; dieci tracce più la cover dei Depeche Mode “Wrong” a destabilizzare i coni stereo e a dimensionare un ascolto integrale di forza e tonalità oscure, un disco che odora di sulfureo e Alice In Chains insieme, tracce che trascinano in una perdizione che prende altri spunti da band dell’Olimpo maudit, Deftones “Slayer to the system”, Audioslave “Party right”, Soundgarden “The hangman” per citarne alcune, ma quello che risalta in sinergia con l’orecchio è la perfetta sincronia d’insieme che la band esercita come un rullo compressore, niente vuoti ma un wall of sound perfetto, istrionico e “a maglio” che s’impone efficacemente senza mai annoiare.

Il quartetto mette in dote una performance registrata da applausi sacrosanti, un vero e proprio crescendo stilistico di classe amperica che esplode ed implode come una guerriglia sibilante “Brand new Jesus”, pizzicori sludge compressati “Nevermore”, l’epilettismo ritmico che sbatte in “Victim of downturn”, tutte mine vaganti che durante lo snocciolamento della tracklist lasciano segni, ecchimosi e magnificenze; certo è il metal come lo abbiamo conosciuto da sempre, ma i Rhyme sanno convogliare ad imbuto una rabbia che – seppur non originale al 100%  – sa comunque provocare vittime.

75/100


Gabriele  Gozzi: Voce
Matteo  Magni: Chitarra
Riccardo  Canato: Basso
Vinny  Brando: Batteria

Anno: 2012
Label: Bakerteam Records
Genere: Heavy Metal/Alternative

Tracklist:
01. Manimal
02. The  hangman
03. Blind  dog
04. Slayer  to  the  system
05. Fairytopia
06. Party  right
07. Brand  new  Jesus
08. World  underground
09. Nevermore
10. Victim  of  downturn
11. Wrong  (Depeche  Mode  cover)

Banner

Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin”. Se vuoi saperne di più sull’utilizzo dei cookie nel sito e leggere come disabilitarne l’uso, leggi la nostra informativa estesa sull’uso dei cookie .

Accetto i cookie da questo sito.