Cresce di un unità la scena italiana composta dai gruppi Garage Rock.
Questa volta si fa tappa nella nebbiosa Rovigo, dove un gruppo di ragazzi eternamente affiancati da uno stile Punk anni '70 da alla luce il loro primo e vero album, composto da 10 tracce che sembrano essere uscite dall’anima in continuo fermento “noise”. Assolutamente originale è l’artwork del disco, composto da immagini che ritraggono la “spazzatura” sulla spiaggia che molti di noi hanno potuto vedere diretti verso il lido di turno durante le prime, estive ore mattutine. Backwash è un lavoro risoluto e caparbio, ed essendo il primo album di questa band altro non fa presentarceli nel miglior modo assoluto. Vene Punk anni '60, tratti di psichedelia, arterie di garage, insomma un ottimo pout pourri di elementi. Il mutismo di “Ghost Ranch” fa da apertura ad una chitarra arcigna nella successiva “Priest Pube” per poi far spazio al singolo “Swing Swang” impregnata di un Punk tipicamente inglese. I ragazzi prendono fiato nelle soft “Brand New Sance” e “First Moon” facendo tappa su una piattaforma più introspettiva di “Candy Floss”. Un album nato e cresciuto nell’era dei Sixties e portato fra noi attraverso una macchina del tempo. Una raccolta di canzoni che segna l’entrata in scena di una band che conquisterà molti nostalgici dell’epoca rivoluzionaria. 80/100
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Stefano Sagredin: Voce e chitarra Anno: 2010 |