Il quartetto lombardo dei Vltor giunge alla pubblicazione del loro primo album anticipato dal singolo "Fons Perennis".
Le premesse per un debutto convincente c'erano tutte vista la qualità dell'EP "Odi", rilasciato nel 2019, contenente sei tracce appartenenti al genere pagan black metal. Quasi un'ora di musica in cui le atmosfere pagane, folk e melodiche, create ad arte da Flamen Martialis mediante l'efficace utilizzo del flauto e delle percussioni, si contrappongono abilmente alla furia iconoclasta del black metal, creando una miscela sonora accattivante e del tutto coerente con la filosofia del gruppo. Questo, in sostanza, costiuisce l'essenza del disco "Non Auro Sed Ferro". I Vltor sono abilissimi nel catapultare l'ascoltatore, quasi possedessero una sorta di macchina del tempo, nell'era gloriosa dell' antica Roma, quando il Cristianesimo non esisteva ancora. Il songwriting è di assoluto livello, non si riscontrano cali di tensione e il cantato in italiano ben s'innesta nel contesto artistico della band. Con riferimenti a gruppi noti nel settore come Selvans, Storm, Arkona e Imago Mortis, i Vltor dimostrano di possedere una loro precisa identità, talché bastano pochi ascolti per farsi conquistare da brani coinvolgenti come la title track, "Coniuratio", il citato singolo "Fons Perennis" e "Ad Bestias". L'esaltazione di un passato tanto lontano potrebbe apparire banale, ma forse ha un senso specie se lo confrontiamo con l'attuale decadimento socio culturale in cui versa il nostro derelitto Paese. In conclusione, non vi resta che approcciare con fiducia e senza banali pregiudizi alla proposta musicale di "Non Auro Sed Ferro". |
Atheos: Bass, Backing Vocals Anno: 2024 1. Mundus Patet
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