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Nonostante
Ogogo sia un monicker uso ad ospitare piccole formazioni alla guida del compositore russo
Igor Grigoriev (anche professore nella prestigiosa Harbor di Los Angeles), questa volta accoglie le istanze soliste del leader e le sue improvvisazioni per chitarra, idealmente imparentate nel tempo tanto con
Charlie Parker quanto con la “chance music” di
Cage.
L'anima di
Solo View giace innanzitutto nei processi auto-rigeneranti degli strati sonori di “
Key Me” e della successiva “
For A Better Future” che riadatta le stesse idee su di un impianto ancora più “free”, in cui gli stralci di musica concreta ed un arsenale di filtri e wah-wah concorrono ad un'esperienza di virtuosismo per rumori generati (principalmente) con la chitarra.
A seguito si trovano due tributi. L'industriale “
Bach” è tra le varie cose un collage che incorpora anche squarci di violino e organo. E “
Whatever Parker Wants” poggia su scale blues e riff (proto)hard-rock, occupando con prepotenza uno spazio babelico da cui un vaneggiante, sgolato, sax alto è lasciato emergere a fatica e sotterrato a più riprese.
D'altra parta non si trovano particolari preziosismi o sofisticazioni in un divertissement come “
Dollar E”, né organo e fisarmonica rendono più affascinante il ripetuto tema nella tutto sommato regolare jam “
After a Long Day”, mentre a sorpresa “
Love or Leave” si rivela la track più “razionale”, quasi fuori luogo nel marasma aleatorio del disco. A ben vedere i suoi mantra chitarristici ciclicamente “disturbati” troneggerebbero come track sperimentale in un album di digital-folk.
Alla conclusiva “
White Doll” è quindi lasciato il compito di sintetizzare l'album ancorando ad un semplice basso continuo gli elementi che hanno costituito il terreno comune delle varie improvvisazioni: elucubrazioni i cui sedimenti fanno affidamento sull'abuso di filtri, l'impiego di suoni trovati e la citazione di generi più tradizionali (jazz, blues, country) attraverso il riff.
L'assenza di vera pretenziosità ed anzi un atteggiamento sanamente ironico non evitano la constatazione di trovarsi per l'ennesima volta di fronte ad un disco che dell'avanguardia mantiene i difetti (gratuità, auto-indulgenza, scarsa comunicatività) e al contempo si presenta sprovvisto dei pregi (innovazione, capacità di rottura, nuove idee). Il risultato è ossimoricamente un'avanguardia di genere, che immutabile si pasce di restare incollata ad alcune delle grandi rivoluzioni di metà Novecento, in un innocuo gioco post-modernistico che si accontenta di buttare nella mischia soluzioni stilistiche da tempo assorbite e storicizzate.
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Igor Grigoriev: Chitarre
Anno: 2007 Label: III Records Genere: Avantgarde/Free Jazz
Tracklist: 01. Dollar E 02. Key Me 03. For A Better Future 04. Whatever Parker Wants 05. Bach 06. Love Or Leave 07. After A Long Day 08. White Doll
   

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