Scritto da Andrea Marchegiani Mercoledì 06 Aprile 2011 13:21 Letto : 1995 volte
Nel lavoro, troviamo brani costruiti attorno a cluster ciclici come nella pop "Qui" e nella turbolenta "Na". L’aspetto vocale qui è appena accennato utilizzato più che altro come presenza martellante volta a generare refrains come appare ad esempio in "Società Morirà", "Levare" o in "Tutto sta per". Come nel precedente disco, i brani che si susseguono sono brevi ma tutti caratterizzati da un certo minimalismo, vocalismi ridotti all’osso e ricorso a loops con pochi fronzoli, atmosfere a tratti lisergiche ed alienate. Ci s'imbatte in alcuni brani, come nel controtempo martellante di "Aprile" e nella psicotica "Seconda Adolescenza" in un evidente tentativo di costruire una edificio musicale, cerebrale ma che sfocia poi in un mantra sonoro eccessivo che si ripercuote purtroppo in tutti i brani. Sicuramente non mancano pezzi interessanti come l’indiavolata "Levare" in cui la chitarra possiede il duplice compito di ritmica e fonte sonora. Ascoltando nel complesso si percepisce purtroppo una andamento dilatato ed eccessivo sia nei ritmi che nella musica che alla lunga può stancare. Ok, il disco ha un suono volutamente accostabile al "lo-fi", tutto quello che volete, però non si prospetta la giusta dose di novità rispetto al precedente lavoro, peccato. 55/100
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Fabio Celli: Chitarra e voce Anno: 2011 Sul web: |