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Masterpiece

Banco del Mutuo Soccorso
Darwin!

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Scritto da Gianluca Renoffio Giovedì 17 Marzo 2016 10:42

Eravamo negli anni ’70 in piena stagione “progressive”, un fenomeno musicale a cavallo tra il Beat, la Psichedelia ed il Punk. Un breve ma felice momento che vide la nascita di album che sarebbero comunque rimasti nella storia della musica e che per certi aspetti sono da considerarsi “la musica classica” del presente e del futuro. Ma non solo …

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Emerson, Lake & Palmer
Tarkus

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Scritto da Alex Marenga Martedì 15 Marzo 2016 10:42

Tarkus, uscito il 14 giugno del 1971, è il secondo album  degli Emerson Lake and Palmer.

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Billy Cobham
Spectrum

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Masterpiece

Scritto da Bartolomeo Varchetta Venerdì 11 Marzo 2016 10:42

Risalente al 1973, Spectrum costituisce, per gerarchia cronologica e per qualità, uno degli album più rappresentativi della musica fusion di tutti i tempi.

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Badlands
Badlands

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Scritto da Gianluca Livi Lunedì 07 Marzo 2016 19:42

Reduce dalla sua esperienza quadriennale con Ozzy Osboune, nel 1988 Jake E. Lee chiama a sé il vocalist Ray Gillen (curiosamente, coinvolto in una breve incarnazione dei Black Sabbath), il bassista Greg Chaisson e il batterista Eric Singer, dando vita ai Badlands, band di Los Angeles autrice di un esordio al fulmicotone che può oggi essere senza dubbio considerato un classico dell'hard rock di matrice settantiana.

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Baffo Banfi
Ma, dolce vita

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Scritto da Gianluca Livi Sabato 05 Marzo 2016 19:42

Dopo l'esperienza con il Biglietto per l'Inferno, il tastierista Giuseppe "Baffo" Banfi intraprende una carriera solista devota alla musica elettronica tedesca. Attratto dal verbo di Klaus Schulze dei Tangerine Dream, da lui incontrato nel corso della tournée del Biglietto del 1975 (Schulze era stato contattato per essere il produttore del secondo album del gruppo, poi non realizzato), pubblica in Italia Galaxy my dear, da lui interamente suonato, molto vicino alla musica cosmica tedesca e, nel 1979, il secondo Ma, dolce vita, registrato proprio per la Innovative Communication, l'etichetta del musicista tedesco.

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Dave Brubeck
Two Generations of Brubeck

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Scritto da Gianluca Livi Giovedì 25 Febbraio 2016 23:25

Ecco l'album che mai ci si aspetterebbe da uno come Dave Brubeck: messa in piedi una band assieme a i suoi tre figli (Darius al piano, Chris al basso e Dan alla batteria), chiamato a sé uno stuolo di musicisti di prim'ordine (tra i quali, è appena il caso di citare Chick Corea e Dave Mason), Brubeck confeziona un album nel quale rivisita alcuni standard e propone nuove composizioni partorendo un capolavoro che oscilla efficacemente tra impostazione classica e nuove tendenze (si parla dei primi anni '70).

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Jimmy Page featuring Sonny Boy Williamson
Special Early Works

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Masterpiece

Scritto da Gianluca Livi Martedì 16 Febbraio 2016 23:25

Che questo disco debba considerarsi un masterpiece è fuori di dubbio. Meno certo, invece, che ciò sia dovuto alla presenza di Jimmy Page, qui relegato a mera comparsa, semplice gregario al servizio di altri.

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Annihilator
Alice in Hell

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Scritto da Gianluca Livi Giovedì 11 Febbraio 2016 23:13

Ci entra di diritto, Alice in Hell, nella categoria "masterpiece".

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Mr.Bungle
Mr.Bungle

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Masterpiece

Scritto da Luca Driol Martedì 09 Febbraio 2016 23:13

Mr. Bungle, o anche “della follia”: dietro questo curioso moniker, ispirato dall’omonimo pupazzo della serie televisiva statunitense “Pee-wee Herman”, si cela una band estremamente creativa e dedita a un imprevedibile cocktail di generi musicali tra i più geniali di sempre.

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Forever Changes
Love

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Masterpiece

Scritto da Luca Driol Domenica 07 Febbraio 2016 23:13

Una chitarra in odor di flamenco, impasti vocali degni dei migliori The Byrds e una sezione fiati mariachi che inaspettatamente ruba la scena agli altri strumenti, il tutto condito da archi e arrangiamenti sopraffini: questa è “Alone Again Or”, opener e biglietto da visita di “Forever Changes”, uno degli album più riusciti degli anni ’60 e zenit dell’arte dei Love.

 

Il geniale Arthur Lee, dopo due album di acida psichedelia dominata da tre chitarre, dei quali il secondo (“Da Capo”) è imperdibile, decide di allentare la tensione elettrica e inserire elementi folk, chitarre jingle-jangle, archi e melodie malinconiche: quello che ne scaturisce è una raccolta epocale di canzoni di incredibile fascino.

 

Considerato dalla critica un album di rock psichedelico, in realtà “Forever Changes” è lontano da album coevi di colleghi più noti quali Jefferson Airplane, Grateful Dead e The 13th Floor Elevators: qui la melodia detta legge e gli strumenti aggiunti (viole, violini, violoncelli, trombe e tromboni) non creano paesaggi onirici o derive lisergiche, ma arricchiscono ulteriormente una proposta musicale già di per sé eccellente.

 

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