Scritto da Salvatore Siragusa Martedì 29 Agosto 2006 21:16 Letto : 3962 volte
Va anche sottolineato come A Prescription For Paper Cuts sia stato interamente scritto, suonato, registrato, mixato e prodotto dai membri della band, perfino il booklet interno, composto da un racconto grafico relativo al concept dell'album stesso è stato realizzato da Opher Vishnia, chitarrista del gruppo. Il primo brano di questo debut è "Photosensitivity", caratterizzato inizialmente da ritmi lenti e da un piano ed una voce cupi e malinconici, il dinamismo arriva in crescendo con l'ingresso del sax e con giochi vocali in stile Gentle Giant. Un intermezzo strumentale molto industrial è "Caveat Emptor". "Selling Smoke" è aperta da un riff molto "aggressivo", quindi è nuovamente la voce di Shir Deutch a diventare protagonista, sino a sfociare in un turbinio psichedelico in cui si possono chiaramente percepire le sonorità spesso impossibilmente deliranti dei Mars Volta. Decisamente più aperta e ariosa è "Deep Child", dalle sonorità decisamente più dure e potenti, con le chitarre, i loro riff ed i loro soli a dettare il ritmo. Con "Even Poets Die" e "Accident" si rimane su sonorità sempre molto robuste e aspre sulla falsa riga del brano precedente. "Enjoy the Ride" ci riporta a momenti più oscuri con suoni più eterei e introversi, con un finale che sembra arrivare direttamente da un album dei VDGG. Senza dubbio la traccia più intricata ed intrigante, un gran finale, a mio parere la canzone più bella e più Progressive del lotto: "Anyone Can be ( a Porn Star )", capace di miscelare una melodia come detto molto intrigante e tecnicismi e soli di stampo Progressive, con la voce di Shir a danzare abilmente su questo crogiolo di suoni. Si chiude con Brilliance, un altro piccolo gioiellino dai vaghi echi medioevali, con gli archi a condire un sound molto pacato e delicato. Un disco che non si assimila sicuramente al primo ascolto, un disco da meditare molto ma che una volta scoperto in ogni sua più nascosta nota non può che lasciare emozionalmente soddisfatto l'ascoltatore, un disco che colpisce il segno e lascia un discreto ricordo dietro di se. 80/100
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Shir Deutch: Chitarra, voce Anno: 2005 |