Doppia recensione per Court - Twenty Flying Kings Mi è difficile parlare dei Court, nome storico del progressive italiano, il cui primo splendido album And you'll follow the winds' rush 'till their breath dwells risale addirittura al 1993. Mi risulta difficile perché per questa band ho un debole, nato sulle note di quel primo lavoro, così ricco di suggestioni, così carico di elementi folk, ma, allo stesso tempo con delle variabili new prog e hard rock. Così colmo di idee e decisamente originale, magari non registrato in modo ottimale e con qualche ingenuità ( ma questo lo si dice sempre delle band all'esordio a volte anche per partito preso...) ma sicuramente stimolante. Seguirono un lavoro interlocutorio ( Distances del 1997) e, dopo un lungo silenzio, l'ottimo e maturo Frost of watermelon nel 2007.Poi una tournée negli States (ma prima l'abbandono del bassista storico Luigi Bonacina), il forfait anche del cantante Paolo Lucchina, ma la grande voglia degli altri ( il polistrumentista Mosè Nodari, il batterista Francesco Vedani, il chitarrista Marco Strobel) di continuare l'avventura Court. Si ripresentano, ora con un altro cantante ( Marco Pedrini) ed un altro bassista (Jacopo Favrin), con una “nuova” opera costituita per la maggior parte da pezzi presenti nei primi due album completamenti risuonati e riarrangiati dalla nuova line-up. Decisione ovviamente che può non essere condivisibile, ma la qualità dei brani scelti è molto elevata e perciò ci accontentiamo. Per ora... Poco opportuno confrontare in modo lenticolare i “nuovi” brani con quelli suonati originariamente 20 anni fa. Ci limitiamo ad una considerazione generica e valida soprattutto per i tre pezzi ( “Cries”, “Lovers” e “Alviss' revenge” ) appartenenti al primo lavoro, che perdono, nelle nuove versioni, in carica emozionale, forza evocativa ed enfasi drammatica per divenire più “manierate”. E' comunque un grande piacere riascoltare gli impasti vocali di “Lovers” ed i tipici inserti folk-rock che la caratterizzano. E' una grande emozione riascoltare quel capolavoro della band che è rimasto “Alviss' revenge” ( un po' la “Grendel” dei ragazzi varesini ), con le sue reminiscenze medievali avvolte in una struttura altresì rock e la voce di Pedrini per nulla in soggezione nella parte che fu di Paolo Lucchina. Di grande impatto emotivo gli sprazzi acustici con mandolino, chitarra acustica, pianoforte e flauto. Meno coinvolgente e con qualche calo di tensione la lunga “Sumptuous moment” (notevole l’inserto strumentale posto sul finale però). I 9 minuti di “Cries” ci riportano ai Marillion di Fish in salsa insubrica. Molto riuscita anche “Anastasius epitaph” e la sua coda strumentale “The great bear rising” ( i cui originali si trovano in Inferno, la mastodontica opera sulla “Divina Commedia” promossa dalla francese Musea e dalla fanzine finlandese “Colossus”). L’unico breve inedito “Dream tale” è un gradevole pezzo prevalentemente acustico che nulla aggiunge all’economia dell’album. Nel complesso un lavoro sicuramente riuscito e piacevolissimo, ma che non ci fa dimenticare che si tratta pur sempre di brani già conosciuti e che “siamo nel giusto” nell’aspettarci al più presto un album “davvero” nuovo. Non è stata “rivisitata” da And you’ll follow… quel gioiello intitolato “The song of omniscient dwarf”… Che mi dite ragazzi? La “perfezione” non si poteva replicare?
di Valentino Butti
Dopo un periodo di stop, i Court, band tra le più rappresentative del panorama prog italiano, ha da poco pubblicato questo quarto disco, rivisitazione in larga parte di brani precedenti, affiancati ad alcuni inediti come "Anastasius Epitaph", "Dream Tale" e "The Great Bear Rising". La genesi di questo disco risale, in realtà, al periodo del precedente lavoro Frost of Watermelon del 2007, quando alla voce era ancora presente Paolo Lucchina e successivamente rielaborate e registrate con il nuovo cantante Marco Pedrini. Twenty Flying Kings è un disco dal sapore antico, che a differenza di molti lavori neo prog degli ultimi anni, trae fortemente ispirazione sonora alla tradizione più classica, facendo dell’aspetto melodico la colonna portante dei brani che si susseguono. L’utilizzo d’inserti strumentali di chitarre e fiati, strizzanti l’occhio ai Genesis più datati, sono sicuramente di pregevole fattura e ci restituiscono bellissime e piacevoli ballate nelle avvincenti “Sumptuous Moment” ed “Alviss' Revenge”, brani pescati dai primi due dischi del gruppo varesino che, tranne in brevi impennate sonore, sono caratterizzate da un incedere lineare ricchissimo d’intensi momenti poetici, come nella carezzevole e medievalizzante "Dream Tale". Non manca, tuttavia, un certo piglio hard rock nella coinvolgente ritmica dell'inedita "Anastasius Epitaph". Twenty Flying Kings è una buona pubblicazione, che nonostante la scarsa novità dal punto di vista prettamente stilistico, si fa apprezzare particolarmente per la sua densa linea melodica, finezza ed equilibrio. In attesa di un lavoro totalmente inedito, gli appassionati dei Court possono accontentarsi così per il momento. 70/100di Andrea Marchegiani |
Marco Pedrini: Voce Anno: 2012 Tracklist: |