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Nick Cave & The Bad Seed
Dig !!! Lazarus Dig !!!

Doppia recensione per "Dig !!! Lazarus Dig !!!"di Nick Cave
Le rockstars, raggiunti i 50 anni (se non prima), decidono di contrastare la vecchiaia con trapianti, look improponibili e lifting, donando così al pubblico un’immagine sempre giovanile che possa rimandare ai tempi che furono, magari compensando in questo modo qualche uscita discografica in tono minore. Nick Cave, che i 50 anni li ha superati da 12 mesi, sta perdendo i capelli, veste sempre elegantissimo con i suoi gessati neri e sul suo viso le rughe sono ormai molte, ma ha deciso come suo personale processo di ringiovanimento, di affidarsi al rock’n’roll, sfornando quello che probabilmente verrà ricordato come uno dei suoi dischi più diretti e semplici di sempre (escludendo la parentesi giovanile con i Birthday Party).
Infatti il cantautore australiano, che non incideva con i Bad Seeds un disco da quattro anni, prima si è prima rigenerato musicalmente con le scariche blues rock del progetto Grinderman, poi producendo la colonna sonora del film "The Assassination Of Jesse James", scritta con l’ormai fido Warren Ellis, tra i protagonisti assoluti di questo album. Sintetizzando: nessuna ballata maledetta o duetto femminile di turno, più chitarre, meno pianoforte e più rock’n’roll senza fronzoli.
Parla bene in tal senso l’opener “Dig, Lazarus, Dig!!!”, primo singolo estratto (che cresce con gli ascolti) e la successiva “Today Lesson”, dal ritmo sostenuto e con un buon lavoro di ritmica tra Casey e Wylder. Il disco, come lo descrisse l’autore qualche mese prima della sua uscita è praticamente un concept sulla vita di Lazzaro nella News York di oggi, trasformando le sue vicende bibliche in una storia moderna, che va ad intrecciarsi con quella del mago Houdini, altra ossessione moderna di Cave.
L’intro di “Night Of The Lotus Eaters” rimanda per qualche istante, col suo incedere cupo, alle composizioni che hanno reso famosa la band (qui molto più “presente” rispetto a gli ultimi due dischi) ; il riff della catchy “Albert Goes West” è ruvido ed ossessivo, mentre l’organo ha la parte del padrone in “We Call Upon The Arthur”, andando a comporre un trittico di pezzi micidiali. “Hold On To Yourself” ha un approccio acustico che ricorda, nemmeno troppo vagamente “As I Sat Sadly By Her Side”, celeberrimo singolo di No More Shall We Part, per molti l’ultimo vero capolavoro della combriccola.
Diretta, ritmata e forte di contro cori invece “Lay Down Here…”, mentre “Jesus Of The Moon” fa da contro altare riportando la calma nell’ascoltatore. Concludono “Midnight Man”, con un’ottima interpretazione di Cave e la bellissima “More News From Nowhere”, dolce ninna nanna, nonchè miglior episodio dell’intero lotto che va a chiudere il disco.
Insomma, se è vero che Dig!!!, Lazarus Dig!!! non verrà ricordato come il miglior episodio assoluto della sterminata discografia del poeta maledetto (ma in tal senso, ha già abbondantemente dato), il tutto si fa apprezzare per una freschezza ed un parziale rinnovamento di sonorità non indifferente. Insomma, se le rose non nascono più con spine pungenti, meglio coltivare quelle che si hanno a disposizione.

80/100

di Fabio "Stanley" Cusano

 

Dopo circa una ventina di album e la parentesi Grinderman dello scorso anno, torna Nick ‘re inchiostro’ con la sua band di sempre i Bad Seeds. L’affiatamento tra i musicisti, ormai consolidato da anni, è gia notevole all’apertura dell’album con la ‘titletrack’, dove si notano subito alcuni cambiamenti di rotta rispetto ai dischi precedenti; la canzone infatti sia col suo ritmo andante e ripetitivo che col cantato spesso in recitato, riprende sonorità anni 60, ma anche quell’andamento blues, suo amato di sempre.
Ma ciò che salta subito all’occhio ehm… all’orecchio è l’assenza del pianoforte, sostituito egregiamente dall’organo, o a volte da acide chitarre, che in alcuni brani danno un’impronta molto ‘noise’. O il violino onnipresente di Warren Ellis ormai grande collaboratore degli ultimi lavori dei Bad Seeds che gioca un ruolo molto importante nella rifinitura dei brani. Ed è quello che troviamo un po’ in tutto il disco con i suoi ‘groove’ ritmici e le già citate chitarre, ora sferraglianti, ora più docili e gentili. Anche i testi, che adesso parlano più di fatti reali che della sua vita personale, portano un certo cambiamento nella stesura dei brani. L’unico che rimane sempre lo stesso è proprio lui, Nick, istrione dal cantato scuro e disperato che in ogni brano evidenzia la sua impronta. Con lo scorrere dei brani però notiamo affiorare una certa stanchezza, come se le idee ben rappresentate all’inizio del disco perdano via via quella freschezza compositiva che ci aveva subito colpito.
Effettivamente solo un paio di brani centrano in pieno il bersaglio: quello iniziale (l’omonimo brano, nonché primo singolo) e “We Call Upon the Author”.
Per il resto il disco scorre senza ulteriori scosse riprendendosi egregiamente alla fine con i quasi otto minuti della splendida “More News from Nowhere”.
E il titolo dell’album col suo rimando biblico ? In un’intervista Nick ha detto che vede Lazzaro come una guida, un rinnovamento, un cambiamento; ed è proprio questo cambiamento che non ci ha convinti del tutto: non un passo falso ma comunque un buon disco. Provaci ancora Nick.


di Gioacchino Frisina



Nick Cave: Voce, chitarra
Mick Harvey: Chitarra, organo
Warren Ellis: Chitarre
Martyn Casey: Basso
Jim Sclavunos: Percussioni
Thomas Wydler: Batteria e percussioni
James Johnston: Basso
Conway Savage: Pianoforte, organo e cori

Anno: 2008
Label: Mute Records
Genere: Rock

Tracklist:
01. Dig, Lazarus, Dig !!!
02. Today Lesson
03. Moonland
04. Night Of The Lotus Eaters
05. Albert Goes West
06. We Call Upon The Author
07. Hold On To Yourself
08. Lie Down Here (And Be My Girl)
09. Jesus Of The Moon
10. Midnight Man
11. More News From Nowhere

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