Scritto da Valentino Butti Lunedì 23 Febbraio 2009 22:13 Letto : 2637 volte
Il brano iniziale, “Liber nonacris”, di oltre 19 minuti, delinea con efficacia le suggestioni che la band tende ad evocare: chiaroscurali tastiere incrociano la chitarra (ora elettrica ora acustica), mentre una ritmica intensa conduce l’ascoltatore verso dimensioni a-temporali, dai tratti anche psichedelici. Anche la più breve “Acheiropoietes” (quasi 9 minuti comunque..) si caratterizza per questo “mood” misterioso con echi jazz-rock e fusion piuttosto ben riusciti. “Le grand Dieu Pan” (l’altro lungo brano a sfiorare i 15 minuti) propone carezzevoli momenti acustici (flauto-pianoforte-chitarra), sprazzi sinfonici e lampi “avantgarde”; elementi che ritroviamo, più compressi, nel brano conclusivo “Le vingt et unieme cercle”. Il limite maggiore di quest’album (peraltro buono) è il ricorrere insistito a certi suoni che non supportati a dovere dalle liriche, possono a lungo andare infastidire o peggio annoiare l’ascoltatore. Malgrado ciò mi sento di consigliare l’ascolto di questo lavoro in particolare a coloro che non si accontentano di approcci superficiali, ma vogliano dalla musica (in questo caso dai Syrinx) qualcosa di più impegnativo. 75/100
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Anno: 2008
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