Scritto da Paolo Marchegiani Giovedì 12 Aprile 2007 17:44 Letto : 2335 volte
Ecco perchè la loro scelta è quella di riportare allo stato grezzo il materiale sonoro di cui dispongono, depurarlo, eroderne i fronzoli, lo rallentano, ne ricercano attentamente tutti gli elementi basici, i moduli fondamentali della loro musica di improvvisatori nella musica Jazz europea. Entrambi si dilettano ad isolare le fibre sonore, le trame che, all'interno della loro musica, corrispondono alle trame blues del Jazz d'improvvisazione afro-americano. Inoltre identificano in tal maniera una sorta di blues nordico, un blues di banchisa, di destrutturazione estetica. Un flutto dall'animo impetuoso, dalla capacità dispersiva. Nel cuore del loro singolare free-Jazz, con una specificità nella forma molto carnale e vicina al free-Jazz americano, i due artisti incontrano lo spleen. Si tratta di un colloquio, quasi interno ai mondi musicali, a riprova del fatto che il dialogo tra diversi non è una utopia. Lo si vede nelle particelle pulviscolari di Bumble Bee Blues, sospeso tra fissità plumbee e affliggenti scalfiture dell'animo, nelle tensioni che divampano in Take Your Hand Off It. Uno spleen tentacolare, non amorfo e nemmeno invertebrato, che contribuisce a costruire delle solide ramificazioni di dubbi, di impotenze strutturate, di volontà aride, disinteressate, di percorsi senza senso necessariamente compiuto. Uno spoglio continuo di strati musicali affascinante. Un'opera di livello utile a confrontare le storie e le differenze che intercorrono tra Jazz moderno americano ed europeo. |
Mats Gustafsson: Sax baritono Anno: 2005 |