Scritto da Fabio "Stanley" Cusano Lunedì 10 Novembre 2008 21:32 Letto : 2499 volte
“Inner Voice” risulta più spigolosa: parte lieve ed eterea per poi esplodere in un riff ossessivo e ben articolato di chiaro stampo Darkthroniano. L’allargamento della formazione ha portato grossi benefici al songwriting, adesso ancora più articolato e complesso, ricco di sfumature melodiche ed orchestrali, senza però mai tralasciare l’aspetto più cupo e tradizionalista della scena, che qui attinge a piene mani verso i fenomeni scandinavi di fine anni ’80. Anche la produzione è nettamente migliore rispetto alle ultime uscite, col mixaggio degli strumenti azzeccatissimo che accentua anche un certo gusto per gli inserimenti elettronici di Resurgemus. Dopo un’altra mitragliata con “Cult Tengri” ed i 18 minuti abbondanti di “Kara-OY”, introdotta da un violino e da cori spaventevoli, si chiude con i 120 secondi di pura ambient con “The Last Step”, che concede il sereno dopo la tempesta dei 4 brani precedenti. In conclusione, questo The Great Silk Road è un piccolo capolavoro di metal estremo dove i Darkestrah si presentano ancora una volta come una delle formazioni della scena più complesse e ricche di evocazioni verso le proprie origini, pur avendo tutte le caratteristiche delle migliori formazioni europee. Al momento di andare in stampa, uno dei migliori dischi Black Metal dell’anno. 88/100
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Asbath: Batteria e percussioni Anno: 2008 Sul web: |