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Hate Inc.

Vi sottoponiamo una lunga ed esauriente intervista con Vincent Vega (leader, chitarrista e voce) e Stuart (bassista) degli Hate Inc., autori di Art of Suffering, una delle uscite più interessanti del 2011. Il loro industrial metal (anche se questa etichetta è riduttiva) è fresco e grintoso. Non lasciatevi sfuggire l’occasione per approfondire la conoscenza di questi ragazzi. Buona lettura.

Vincent Vega: Voce e chitarra
Roxxxy Narko's: Chitarra
Will Mars: Synth e cori
Dunkel Schwarz: Basso
Dave Bundy: Batteria

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- A&B -
Come nascono gli Hate Inc.? Raccontateci brevemente i punti salienti della storia del gruppo
- Vincent [Hate Inc.] -
Hate Inc. è una creatura musicale che mi accompagna dagli anni dell’adolescenza, i primi prototipi di brani credo che risalgano a quando avevo circa 17/18 anni (ora ne ho 26). All’epoca suonavo la batteria in vari gruppi che spaziavano dal rock al grunge alla wave principalmente perché non trovavo molta gente con cui condividere le mie passioni musicali per NIN, Ministry et simila. Così nel tempo libero, sperimentavo con i sequencers, mi approcciavo alla registrazione e abbozzavo qualche riff imbracciando la chitarra. Col passare degli anni, con l’avvento di Myspace, con l’accumularsi dei brani e soprattutto con la consapevolezza di voler fare di Hate Inc. il mio unico e definitivo progetto, mi defilai dagli altri gruppi con l’intento di dedicarmi esclusivamente ad Hate Inc. e portarlo a lasciare una qualche traccia nel mondo musicale. Iniziai a registrare i primi demo e ne rilasciai 2 prima di formare la band insieme agli altri. Come band abbiamo una storia relativamente giovane, abbiamo iniziato a suonare insieme verso fine 2007/inizio 2008, dapprima io e Will (tastiere) da soli, aiutati solo da un Pc. Poi man mano si sono aggiunti Stuart al basso, Dave dietro le pelli, e durante i primi mesi del 2009, abbiamo chiuso la formazione con l’ingresso di Roxy alla seconda chitarra. Provammo in gruppo per circa un anno, passato interamente in sala prove. Ci esibimmo la prima volta a dicembre 2008, poi nell'estate 2009 abbiamo registrato "Art of Suffering", sempre rigorosamente in modalità DIY [Do It Yourself – n.d.R.]. Alla fine delle registrazioni tutto il materiale è passato in mano a Victor Love [cantante, chitarrista e leader dei Dope Stars Inc – n.d.R.] che si è occupato del missaggio e ci ha consegnato il prodotto finito. Durante tutto questo abbiamo intensificato l'attività live aprendo tra gli altri, per Extrema, Diaframma, Pino Scotto e gli stessi Dope Stars Inc.. "Fragments Ep" è stata la nostra prima uscita, 4 brani estratti da “AOS” con cui ci siamo fatti conoscere dalla stampa e dagli addetti ai lavori. Alla fine del 2010 siamo arrivati all'accordo con MyKingdom/ClubInferno per l'uscita mondiale di “AOS” avvenuta il 6 giugno 2011, distribuito da Audioglobe, e il resto è storia recente.

- A&B -
Come siete arrivati alla collaborazione con Victor Love dei Dope Stars Inc.?
- Vincent [Hate Inc.] -
Eravamo alla ricerca di qualcuno a cui affidare la gestazione del nostro primo album, inizialmente pensavamo di fare da soli e non prendere un produttore artistico, poi dopo un po’ di tempo è saltata fuori la possibilità di far ascoltare la nostra roba a Victor tramite un nostro amico. Lui ha ascoltato i brani e, successivamente, ci ha contattato via mail dimostrandosi interessato a lavorare con noi. In seguito l'ho incontrato di persona e ci siamo accordati sul da farsi.

- A&B -
Quali sono i riscontri sull’album?
- Vincent [Hate Inc.] -
I riscontri sono principalmente di ordine qualitativo, siamo passati dai demo autoprodotti a lavorare insieme a un professionista che ha mixato/prodotto un sacco di bei dischi e che sa molto bene dove mettere le mani. Insomma, una situazione tutta nuova per noi, abituati al fai da te più integralista. Riascoltare i brani che ero abituato a “sentire” in un certo modo, con una veste tutta nuova dopo il lavoro di Victor è stato quasi uno shock, positivo ovviamente. Oltre al fatto, non trascurabile, che dopo questa esperienza ci è apparso molto chiaro quanto conti il lato tecnico della produzione e l'affidarsi a gente che ha più esperienza di noi.

- A&B -
Quale gruppo o artista vi ha influenzato maggiormente?
- Vincent [Hate Inc.] -
Hate Inc. prende ispirazione prevalentemente dalle mie esperienze di vita, innaffiate dalla musica delle mie bands preferite: Ministry, NIN, Killing Joke, Rammstein e il Manson dei tempi d’oro. Ovviamente sono cresciuto ascoltando Nirvana.

- A&B -
Vincent, allora sei sempre tu che ti occupi di musica e testi?
- Vincent [Hate Inc.] -
Si, nel 99% dei casi faccio tutto io, perché era quello il modus operandi che usavo prima che diventassimo una band e mi riesce molto difficile, ormai, lavorare in maniera diversa. In "Art of Suffering" comunque ci sono due brani i cui testi sono di Will (tastierista), ovvero "Hypnotist" e "Realinsanity". "Made in chains", invece, nasce da un riff creato da Dave (batterista), che ho in seguito sviluppato facendone un brano completo. Non escludo, comunque, che nel successore di “AOS” ci saranno contributi maggiori da parte dei ragazzi della band che ultimamente stanno scrivendo roba davvero interessante.

- A&B -
Cosa ispira le vostre liriche e perché tanta rabbia?
- Vincent [Hate Inc.] -
Sono prevalentemente racconti di esperienze vissute, sensazioni che si appoggiano sulla musica cercando di ricreare quel preciso stato d'animo. Poi c'è la letteratura, la filosofia e il cinema che spesso mi danno spunti di riflessione da cui partire. Il fatto è che la mia creatività è maggiore quando non sono di buon umore, quindi esiste una linea di continuità nella cupezza o nell'aggressività che riscontri nei brani, anche se, più che rabbia, io parlerei di disincanto, rassegnazione, presa di coscienza, tragica constatazione che la vita non è come immaginiamo. Trattandosi, il più delle volte, di sensazioni che mi logorano, viene quasi automatico da urlare. Ma le grida non sono sempre necessariamente rabbiose, possono anche essere di disperazione.

- A&B -
C’è uno spiraglio di speranza, una visione ottimistica delle cose?
- Vincent [Hate Inc.] -
I brani di “AOS” sono brani che risalgono a qualche anno fa, in cui non avevo una percezione esattamente rosea della realtà. Però adesso, guardando al disco con oggettività dico di sì. C'è spazio per la speranza. Il messaggio alla base di "Art of Suffering" è proprio fare un'arte della propria sofferenza, come io ho fatto in senso letterale scrivendone un album, ma è anche inteso in senso metaforico, non dobbiamo certo diventare tutti musicisti o artisti. Sappiamo tutti che la vita è dura, non ci stiamo inventando nulla... Bisogna veicolare le energie, specialmente quelle negative nella costruzione di qualcosa di buono, sia esso il disco degli Hate Inc. o qualsiasi altra cosa. La musica è stata un buon antidoto, almeno per me, nella quale ho potuto "scaricare" tutto il peso di quelle frustrazioni che normalmente si sfogano in famiglia o con le persone che ti stanno vicino. Oggi sono qui a parlartene ed ho voglia di fare un altro disco, e poi un altro ancora... Quindi immagino che funzioni. Paradossalmente ho trovato la positività attraverso la negatività. In generale però, specialmente in ambito artistico sono uno a cui piace il finale amaro…

- A&B -
Come trattate il tema dell’amore nei vostri brani?
- Vincent [Hate Inc.] -
Ho una visione estremamente personale dell'amore, ma è una sfera troppo intima per spiegarla qui. Ascoltando il disco ognuno si può fare un'idea di come è trattato l'argomento e perché. L'ultimo verso del brano "Art of Suffering" dice: "Once love is born, then it begins to die" (“Una volta nato, l’amore incomincia a morire”), credo che non ci sia molto altro da aggiungere.

- A&B -
I giochi oscuri delle banche, la politica corrotta, l’impoverimento (non solo economico, ma anche culturale), cosa ne pensate della società di oggi?
- Vincent [Hate Inc.] -
Rispetto a qualche anno fa è difficile restare immobili innanzi agli eventi che ci si consumano davanti agli occhi. Nel nostro primo disco non c'erano moltissimi riferimenti al sociale e alla politica, ma adesso non sentiamo altro che le parole crisi, spread, declassamento, commissariamento, stipendi, disoccupazione, potere d'acquisto e bla bla bla. È ovvio che tutto questo avrà un peso diverso sul nostro prossimo album. La sensazione è che ci stanno togliendo tutto, anche il diritto di sperare. Personalmente non seguo alcuna corrente politica, non riesco più nemmeno ad immaginare uno dei soliti nomi che possa risollevare il nostro Paese. Non voglio entrare troppo nel merito della questione perché non sono un politico, non sono un banchiere né vorrei esserlo. Dico solo una cosa: TABULA RASA. Ma oggi come oggi, anche questa è utopia, perché fin quando non ci si renderà conto che solo la cultura è il bene primario per andare avanti, e finché attraverso la cultura, non diventeremo un popolo cosciente del proprio ruolo, resteremo sempre un bel gregge di 56 milioni di capi di bestiame in attesa del prossimo padrone.





- A&B -
Domanda per Vincent, da qualche parte mi è capitato di ascoltare una tua bella versione di “Enjoy the silence” dei Depeche Mode, pensi di risuonarla con gli Hate Inc.?
- Vincent [Hate Inc.] -
I Depeche Mode sono uno dei miei ascolti più ricorrenti, ne ho coverizzate parecchie: "Enjoy the silence", poi "I feel you", "It's no good" e non ricordo le altre. Registrare cover è stata un'ottima palestra per affinare le capacità di registrazione, e per il sound editing. Ne faccio tantissime ma escludo che qualcuna troverà posto nei nostri live, abbiamo tanti brani, specialmente quelli nuovi che finiranno nel successore di “AOS”, quindi dal vivo non penso, però troveranno sicuramente posto sul nostro canale youtube.

- A&B -
Facciamo un gioco: “Love like blood” dei Killing Joke, “Rain” dei Cult, “Close to me” dei Cure, quali di questi tre brani vi piacerebbe coverizzare? E perché?
- Vincent [Hate Inc.] -
"Love like blood" sicuramente, come ho detto all'inizio i KJ sono uno dei miei gruppi preferiti, e poi questo brano ha un giro di basso f-e-n-o-m-e-n-a-l-e.

- A&B -
Ora proponete voi una cover.
- Vincent [Hate Inc.] -
Le cover che facciamo più spesso ultimamente per scaldarci sono: "By this river" di Brian Eno e "Werewolf women of the SS" di Rob Zombie, quindi diciamo che al momento queste due sono le nostre favorite.
- Stuart [Hate Inc.] -
A me piacerebbe anche fare un brano dei Rammstein, qualcosa di carico tipo “Du riechst so gut” oppure “Mein Teil”, con tutte le difficoltà linguistiche del caso!

- A&B –
I vostri video sono sempre molto interessanti, quello di “Art of suffering” possiede una grande forza visiva. Si vede anche una bella spiaggia. Dove è girato?
- Stuart [Hate Inc.] -
Il video è stato girato in tre location differenti: La spiaggia è a Metaponto in provincia di Matera, poi a Lecce e a Bernalda (sempre provincia di Matera). Il progetto video è nato alcuni mesi fa, quando per caso ne ho parlato con il regista Nicola Galante del Treenet Studios, che si è subito interessato a tutto ciò che volevamo sviluppare. Da quel momento abbiamo iniziato a lavorare sulla sceneggiatura e soprattutto sull'impatto visivo che volevamo dare al nostro videoclip. Ecco che durante il lavoro di scrittura, ricerca di location e tutto ciò che può centrare con un audiovisivo, si sono iniziati ad incastrare degli episodi che hanno dato una forte spinta alla nostra produzione, la quale tengo a precisare che, escludendo alcuni piccoli contributi economici e logistici, è completamente autofinanziata. Durante un caffè in quel di Milano, con grande stupore, abbiamo ottenuto la collaborazione di Andrea Brancone, già impegnato in numerose produzioni in Mediaset e, tramite lui, di Selenia Orzella, anche lei impegnata in produzioni cinematografiche e audiovisive come “Marpiccolo”, “Il commissario Rex” ed altre. Ci sono bastati tre/quattro giorni di girato, ed avevamo tutto il materiale che ci interessava per dare vita al prodotto finito. L’abbiamo lanciato il 23 dicembre e sta riscuotendo ottime impressioni! E fa piacere sapere che piaccia anche a te Eric!

- A&B -
Cinema, letteratura, pittura, teatro… Oltre alla musica ci sono altre forme d’arte di cui vi occupate o che attirano la vostra attenzione?
- Vincent [Hate Inc.] -
La musica occupa una parte in ogni mia giornata, anche se non “suonata” letteralmente. Rivedo spesso i mix dei nostri brani, poi ultimamente con i demo del nuovo album sto praticamente sempre a rivedere, a livellare ecc. Per il resto sono un avido lettore, filosofia e storia principalmente. Il cinema mi affascina molto, prima o poi farò un folle tentativo di sceneggiare qualcosa, ma con calma.
- Stuart [Hate Inc.] -
In generale un po’ tutto tranne il teatro. Il cinema è la mia seconda passione dopo la musica, seguo un corso di formazione cinematografica da circa un anno e mezzo, non da attore, ma come addetto all’audio in presa diretta e composizione musicale. È anche un po’ per questo motivo che è nata la collaborazione con Nic (Nicola, il regista di “Art of suffering”) e con Elena Maiorino che ha curato la fotografia del video.





- A&B -
Nell’agosto scorso avete partecipato per la seconda volta al “Rock Metal Fest” di Pulsano. Cosa vi resta di quella esperienza?
- Vincent [Hate Inc.] -
E' stato bello perché a distanza di due anni dalla prima edizione si è notata la crescita del festival che è l'unica testimonianza di musica rock/metal che si tiene a Pulsano (paese del tarantino in cui sono cresciuto). C'erano anche bands che venivano da Basilicata e Lazio, insomma è stato molto piacevole constatare che c'è qualcosa che si muove artisticamente anche dalle nostre parti. Certo ci sarebbe da fare molto di più, ma questo è già un buon segnale. E poi sarà certamente un concerto che ricorderò perché è stata la prima volta che mi sono esibito alla presenza della mia famiglia.

- A&B -
- Stuart [Hate Inc.] -
Ci siamo divertiti un bel po’! Con gli Extrema condividemmo già una volta il palco durante l'A.Live rock festival di Barletta, nel 2010, e devo ammettere che anche nelle situazioni più piccole si fanno valere. Per noi l'Istanbul Café è un palco già “collaudato”, diciamo che abbiamo giocato quasi in casa! Anche le altre band si sono fatte valere, il pubblico ha risposto positivamente e non può che fare piacere un evento del genere al sud, dove il live rock e metal scarseggia parecchio.

- A&B -
Quale è il fatto più strano (o curioso) capitato nella vostra carriera?
- Vincent [Hate Inc.] -
Il fatto più strano è stato quando un piccolo uomo che non aveva niente di meglio da fare si è messo a spargere la voce che fossimo satanisti, sempre ammesso che sappia cos’è il satanismo. Purtroppo certa gente quando sente parole che non capisce, tende a spiegarsele nel modo più banale che gli è stato suggerito dalla “tv di approfondimento”. Inutile dire che l’abbiamo ignorato, non abbiamo tempo da perdere dietro certe cazzate.

- A&B -
Programmi futuri? Concerti, nuovo disco…?
- Vincent [Hate Inc.] -
Abbiamo un nuovo album in cantiere, e stiamo per entrare ufficialmente nella fase di produzione. Il titolo provvisorio è "Bipolar Spectrum Disorder", sarà incentrato sulla dualità e sul disturbo bipolare, come si può intuire, un disco ancor più cerebrale di “AOS”. Abbiamo davvero una mole considerevole di brani già pronti, circa 20 più altri 10 circa in fase di ultimazione, siamo davvero combattuti su quale sarà la scelta finale della tracklist, anche perché sono brani molto vari, e non riusciamo a scartare qualcosa senza poi ripensarci. Nella peggiore delle ipotesi li pubblicheremo tutti. Come per “AOS” mi occuperò io delle registrazioni e poi passerò le tracce a Victor Love con cui rinnoveremo la collaborazione alla produzione artistica e al missaggio. La data di pubblicazione, salvo cambi di programma è il 21 dicembre 2012, così vediamo chi la spunta tra noi e la fine del mondo.

- A&B -
Vi ringrazio per il tempo dedicato e vi lascio lo spazio per un messaggio ai vostri fans e a quanti frequentano il nostro sito….
- Vincent [Hate Inc.] -
Io ringrazio voi a nome di tutti gli Hate Inc. per lo spazio che ci avete concesso e per la vostra disponibilità!
A tutti gli altri rivolgo il nostro saluto e vi invito a supportare le piccole realtà come gli Hate Inc. Solo i fans possono permettere alle bands come noi di andare avanti e continuare a produrre musica. Il music business è diventato una cosa davvero triste, ma di questo magari ne parliamo nella prossima intervista.

Potete supportare Hate Inc.:
1) Acquistando l’album Art Of Suffering direttamente dal nostro store
2) Acquistando Art Of Suffering da iTunes
3) Scaricando GRATUITAMENTE il nostro promo “Fragments” da Jamendo, ovviamente continuate a seguirci ed ascoltare la nostra musica!


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