8 maggio 1979: tre giovani e promettenti formazioni si esibiscono al Music Machine di Londra. I loro nomi sono Angel Witch, Samson e Iron Maiden, e per molti, questo è il giorno 0 della “nuova ondata dell’heavy metal inglese”, acronimo inglese di NWOBHM.
La capillare Tsumani Edizioni, ormai da un paio d’anni la casa editrice di riferimento per tutti gli appassionati di musica dura ha deciso di raccogliere in un volume di poco più di 200 pagine una lista dei 100 migliori dischi (compilation incluse) di questo movimento britannico, stilato da alcuni giornalisti di RockHard capitanati da Stefano Cerati, che ha vissuto in prima persona nei primi anni ’80 lo sviluppo e l’espansione di tutte le bands che vi hanno preso parte, sino all’esaurimento (più o meno identificato nel biennio ‘84/’85). Se i nomi fatti in apertura ormai vi sono “storicamente noti”, il libro propone anche altri classici della scena come Saxon, Venom e Raven, accanto a formazioni di culto che spesso hanno visto uscire postumi i propri dischi (un esempio su tutti: Agony Bag) o che magari avevano le potenzialità per sfondare ma in realtà non hanno mai commercialmente varcato i confini inglesi in maniera consistente (Grim Reaper, Demon, Diamond Head, Tygers of Pan Tang e tanti altri). All’appello non mancano nemmeno le due edizioni di Metal For Muthas, le compilations che hanno dato la spinta propulsiva tra il ’79 e l’80 facendo scoprire agli orfani dell’appena morto punk inglese una nuova via sonora.
Purtroppo, nonostante il libro sia ben fatto (copertine e note varie anche delle ristampe, breve bio e recensione del disco annessa nella pagine accanto) e da la possibilità di tuffarsi di testa nei meandri del movimento, vanno segnalati alcuni errori (e magari in alcuni casi semplici refusi di stampa) che sono un peccato veniale, ma che ci sembra lo stesso giusto di segnalare. Potrete trovare due date diverse per il decesso di un musicista a poche righe di distanza (come nel caso di Garry “Flabbie” Dalloway dei The Handsome Beasts), l’inserimento sbagliato della lettera h all’interno del termine Athletic Rock a definire la musicalità dei Raven, ma tra tutti fa un po’ storcere il naso l’aver accreditato la nascita del termine New Wave Of British Heavy Metal al giornalista Geoff Burton quando quest’ultimo non fece altro che prenderlo in prestito dal fondatore della storica rivista di settore Kerrang! – “Big Al” Lewis. Anche alcune copertine sono invertite (vede i Samson), ma qui torniamo sull’assoluta venialità del problema.
Scritto in maniera scorrevole, pur non proponendosi ne come un volume completo o definitivo sulla scena, I 100 Migliori Dischi Della NWOBHM ha il pregio assoluto di alimentare il mito del metal classico inglese, rispolverando anche gruppi che nemmeno il ritorno di fiamma avvenuto nei primi anni ’00 ha dato la possibilità di far emergere, attraverso le singole recensioni del disco si analizza l’evoluzione (o l’involuzione) di alcune bands verso lidi più modaioli, quando il denim and leather non comincia più ad attecchire i gusti dei giovani britannici, spostandosi verso lidi più melodici/commerciali (esempio palese sono i Def Leppard, divenuti un must mondiale grazie alla smussatura degli angoli del proprio sound giovanile e "rinnegati" dalla scena) e non si pone mai nei confronti del lettore in maniera nostalgica per i tempi che furono, ma preferisce un analisi critica di quei anni ruggenti e per certi versi, irripetibili.
Nota a margine: per la stesura della recensione di questo libro, cosi come per altre uscite della Tsunami Edizioni, si ringrazia la persona di Samuele Giannini, che fornisce ai redattori copie in prestito.
Formato: 15 x 21
Pagine: 224
Uscita: Novembre 2010
ISBN: 978-88-96131-25-1
Prezzo: 15€
Casa editrice: : Tsunami Edizioni