Irrompono con subdoli intenti, come satelliti di un'orbita impazzita in questo spazio marcatamente dilatato, il capo comandante della loggia Armand (Piero Di Blasio, validissimo attore e regista della rappresentazione), Millet il finto giardiniere (Mauro Conte, dinoccolato poeta anticonformista) e Marie Luise la sfacciata libertina ottocentesca (Ludovica Di Donato, esilarante e accattivante nella riuscita interpretazione). Dialoghi zeppi di nonsense, spassose storpiature sintattiche, interpretate da un cast ben assortito, concorrono ad un risultato riuscitissimo che sfocia spesso nel surreale ma che rivela chiaramente, ad un occhio sufficientemente critico, l'intento della penna sopraffina dell'autore. La maestria dello scrittore Stefano Benni risiede nell'assemblare ad arte, all'interno dei discorsi, citazioni della società moderna, parallelismi con l'attuale cultura sociopatica e continui rimandi sarcastici al mondo politico-sociale italiano. clicca qui per leggere la recensione della rappresentazione romana la presente recensione si riferisce allo spettacolo del 2 febbraio 2024 |
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