Ospite illustre ed attesissima, Momix conquista gagliarda la scena e la totale ammirazione del pubblico del Teatro Lirico Giorgio Gaber. L'allestimento teatrale della compagnia remixa scientemente il proprio passato, rendendolo audacemente presente incipiente e futuro anteriore come solo Moses Pendleton, mai pago di innovazione, avrebbe potuto fare. "Solar Flares", estrapolato da "Botanica", dà il via allo show scaldandoci con il suo vibrante brillamento eruttivo di magma fotosferico, lasciando il passo a quello che si può definire un autentico capolavoro d'arte impressionista, le "Marigold": vellutate corolle si schiudono e racchiudono in un garzato bouquet di eteree étoiles impercettibilmente mutevoli in passionali bailaoras. Le differenti rappresentazioni sceniche scorrono come pagine arditamente popolate di un best seller fantasy dalla trama avvincente, con le sinuose sbandieratrici di "Baths of Caracalla" da "Viva Momix", avanzando in successione con i nerboruti e asimettrici cow-boys di "Daddy Long Leg" da "Opus Cactus", planando poi sulla sfera onirica attraverso l'illusionismo ottico di "Light Reigns", sempre da "Viva Momix". "Paper Trails" chiude la prima parte di quella che potremmo definire a tutti gli effetti saga interspaziale facendoci assistere ad una danza evocativa, tratta da "Viva Momix Forever". L'intera scenografia in bianco e nero consiste nella visualizzazione di caratteri tipografici che cambiano dimensione con strisce di vera carta frusciante, regalandoci un compendio di emozioni visive e sonore, dal fenolico aroma retro-olfattivo. Parlare di Momix ci riconduce inevitabilmente a descriverne il suo creatore, Moses Pendleton, come il geniale coreografo, direttore artistico e regista che dimostra di essere da 43 anni attraverso la realizzazione di questa compagnia che rappresenta un potente manifesto culturale, artistico e politico. La natura è fonte di ispirazione per Pendleton, quella che lo circonda nell'ambito del suo giardino per sua stessa ammissione. La foggia dei costumi di scena, rende gli straordinari acrobati danzatori fluttuanti e difformi dall'anatomia corporea d'origine, tanto da rendere la rappresentazione slegata dal contingente spazio tempo, attraverso la declinazione sapiente e libera di un linguaggio del corpo e dei corpi, incessantemente volto alla ricerca della bellezza e dell'espressività comunicativa. Le illusioni, create, soprattutto attraverso la luce coadiuvata dal suono e dalla creazione del movimento, concorrono a ingigantire, sparire, fondere e moltiplicare. Standing ovation! La presente recensione si riferisce allo spettacolo del 17 maggio 2024 |
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