Il dramma degli sfortunati amanti di Verona, nella versione di Gigi Proietti, è tornato in scena al teatro Quirino, riproponendo tutta la sua vis drammatica. La storia d’amore per antonomasia sempre appassionante, nota nell'intrecciarsi dei fatali eventi, che portano al funesto epilogo, è annunciata nel prologo dalla voce narrante del compianto attore romano. Immediatamente irrompono sulla scena due gang rivali, che si affrontano animatamente, gli abiti sono contemporanei, nient'altro che la trasposizione odierna degli scontri tra le due fazioni rivali. Ci sono cose dell’animo umano che, per quanti cambiamenti occorrano intorno, restano immutati: l’affermazione attraverso la violenza, ma anche l’emozione di un sentimento potente e trascinante quale l’amore tra due adolescenti. Inizialmente il ritmo è concitato e divertente, le battute comiche mettono da parte la consapevolezza delle lacrime che verranno. La scena cambia collocazione temporale col ballo in maschera, ed è da qui in poi che i protagonisti condividono il proprio destino: l’amore mette loro un dolce giogo a cui non potranno né vorranno sottrarsi. Tutto inizia rapidamente, intensamente e ci troviamo catapultati nella Verona medievale. Fa da sfondo una scenografia articolata su due livelli, essenziale e simmetrica, in un certo senso uno sfondo ordinato alla confusione delle scene di battaglia, o di festa, un contrappasso all’eccesso delle passioni, alle insite dissimmetrie emozionali. I protagonisti, perfettamente all’altezza dei ruoli, esprimono i personaggi in maniera efficace e in ogni caso personale. In particolare, Mimosa Campironi (già apprezzata in "Zio Vanja" di Cekov, nel febbraio scorso), esprime il carattere vivace e brioso di Giulietta, le cui emozioni irrompono incontenibili nelle variazioni di voce, sia nei ritmi, che nei toni: una ragazza di 14 anni, spontanea, anche chiassosa, dolce e romantica. Presenti in sala, tra il pubblico, molti giovanissimi, indubbiamente attratti dal capolavoro Shakespeariano, una storia eterna da riscoprire ogni volta in ogni sfaccettatura, un classico che non esaurisce la sua bellezza soltanto nello sviluppo narrativo, ma anche nei dialoghi, nel linguaggio, nei versi poetici, nella caratterizzazione dei personaggi. La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 14 novembre 2023. |
ROMEO E GIULIETTA TEATRO QUIRINO/VITTORIO GASSMAN |