Klara e il sole
Roma, Teatro India, 1 e 2 agosto 2024

In una cornice suggestiva, congeniale alla ricerca sperimentale di linguaggi teatrali, quale è il Teatro India, nelle sere del 1 e 2 agosto è andata in scena la riduzione teatrale di “Klara e il sole” un romanzo di Kazuo Ishiguro, premio Nobel per la letteratura nel 2017, divenuto famoso per il romanzo “Quel che resta del giorno”.

La storia è narrata da klara ,un robot sofisticato dotato di intelligenza artificiale, programmata per essere appunto un'amica artificiale (A.A.) di ragazzi adolescenti.
Klara attende dalla  vetrina del negozio la ragazzina che la sceglierà e passa le giornate nell’osservazione di quanto accade da quell’angolo elaborando e apprendendo.
Klara è in grado di acquisire le emozioni umane le analizza e le assimila facendole proprie. È un modello che va ad energia solare e proprio con il sole sviluppa un legame che va ben oltre la fonte di energia e la macchina: è un rapporto di natura sacra, quasi fosse la divinità creatrice.
La vita di klara inizia ad avere uno scopo quando entra a far parte della vita di Josie: ne  comprende le relazioni familiari, i ritmi quotidiani, i sentimenti tra lei e Rick, amico d’infanzia e la preoccupazione per la salute di quest’ultima, sempre più fragile.
L’impegno di Klara è profuso nel salvare la vita alla sua Josie, sperando, laddove i genitori hanno dimenticato persino il significato di tale parola: il robot infatti nel corso della narrazione acquisisce sempre più tratti umani, empatizza con i sentimenti di tutti coloro che amano Josie, e lei stessa è animata da qualcosa che assomiglia tanto all’amore, in particolare quando sacrificherà se stessa per chiedere al sole il miracolo che guarirà la ragazzina.
L'ambientazione ha tutte le caratteristiche di un futuro prossimo, o un presente distopico, l’autore riflette senza giudizi unilaterali sulle implicazioni della presenza dell’Intelligenza Artificiale tra gli esseri umani, ma anche sui sentimenti immutevoli che restano nonostante il progresso tecnologico, ad esempio l’emozione davanti alle cascate, la bellezza dei tramonti e la purezza dell’amore tra adolescenti.
La rappresentazione di una narrazione tanto complessa non è stata di certo semplice, i tempi sono piuttosto cadenzati inframezzati da pause musicali nell’arco dei quali si espande una certa emozione collettiva, l’attenzione viene mantenuta, pur richiedendo impegno, poiché i temi emergenti destano tanto interesse da lasciare il pubblico in continua attesa dei risvolti successivi.
Davvero brava l’attrice  che interpreta Klara nel cadenzare la voce come un'intelligenza artificiale, un’io narrante protagonista che recita per un'ora e trenta con brevissime interruzioni, restando convincente fino alla fine.
Scenografie e luci, schermi frammentati ricordano i riquadri in cui si scompone il punto di vista di klara.
Si può dire che l’intera rappresentazione mette in evidenza il punto di vista del robot, proprio come nel romanzo.
Ognuno si ritrova infine ad elaborare diversi spunti, alcuni solo accennati, come la questione dei cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento di una macchina con canne fumarie ammorbanti, tanto da oscurare il sole e che Klara prova a distruggere, o il progetto di replicare Josie in forma di robot, da parte della madre,  per superare il dolore nel caso la ragazza non fosse riuscita a sopravvivere: temi su cui il giudizio non è scontato, ma del tutto aperto al dibattito e alla riflessione, cercando di non subire le innovazioni, ma di comprenderle e conoscerle.


Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 2 agosto.





klara e il sole

a cura de lacasadargilla.

TEATRO india
1 e 2 agosto ore 21,15

II 1° e il 2 agosto si prosegue con la prima nazionale di KLARA E IL SOLE di Kazuo Ishiguro, novità di quest’anno a cura de lacasadargilla.
Un gioiello ibrido del XXI secolo, un affresco sull’amicizia e sulla complessità del cuore umano - sfaccettato come le percezioni di Klara, robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare, che promette di dedicare tutti i suoi straordinari talenti a Josie, la ragazzina che la sceglie come AA – la sua Amica Artificiale. Ishiguro dipinge una società mutata con adolescenti dall’intelligenza potenziata, ma privi di capacità relazionale e riesce a farci percepire - attraverso il linguaggio e gli occhi dell’androide - il corpo e l’anima di una macchina empatica e dalla finalità senza scopo.
Klara, con pazienza impara ad amare Josie e cerca nell’osservazione del cuore umano un disegno più grande, che possa dare senso alla vita, umana o androide che sia.

IF_DARK AGES immagina per KLARA E IL SOLE un dispositivo teatrale multidimensionale, un viaggio in soggettiva dentro la percezione e il modo in cui impariamo ad amare, vertiginoso come i riquadri in cui si frazionano la vista e i desideri dell'androide Klara.
Un progetto articolato e immersivo che combina narrazione dal vivo, elementi di un paesaggio in via d’estinzione e immagini digitali ispirate alla visione moltiplicata ed empatica di Klara, frazionata in quadrati, pixel e dettagli.
Il concept musicale si sostanzia di un tema melodico che si svolge e si altera al passo con le variazioni percettive ed emotive dell’androide.

Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman 1

Il Teatro India è un teatro giovane sia per il cartellone aperto alla contemporaneità, sia perché è l’ultimo teatro aperto a Roma nel secolo scorso.
Se la stagione dei teatri è in prevalenza invernale, questo non vale per il Teatro India che con le sue arene cinematografiche estive e teatrali accoglie circa 400 spettatori a serata.
Una zona di archeologia industriale che non aveva mai avuto l’occasione di splendere: questo è il suo tempo.

 



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