Ancora una volta, viene riportata in scena una delle opere più famose del grande scrittore Luigi Pirandello, e stavolta lo fa Giorgio Marchesi, sia come attore, nel ruolo di Mattia Pascal, sia come regista, in collaborazione con la moglie Simonetta Solder. La forma scelta è quella del monologo, accompagnato dal contrabbasso del maestro Raffaele Toninelli, anche autore delle musiche, fisicamente presente in scena: una sfida non da poco, fedele alla narrazione omodiegetica del romanzo. Il costume scelto è un frac scomposto tutto bianco, abbinato a calzature del tipo anfibi, indossato anche dal musicista, a rimarcarne non soltanto il ruolo di accompagnamento musicale, ma anche di testimone dell’intera storia, colui che appunto avvalora il racconto del protagonista. Le tre vite del protagonista - Mattia Pascal, Adriano Meis e il fu Mattia Pascal - sono rivissute tutte d’un fiato, variando i tempi del racconto, dal ricordo in flashback, alla interpretazione di altri personaggi a mo’ di imitazione. Soltanto nel passaggio d’identità da Mattia Pascal ad Adriano Meis, c'è una breve sospensione del concitato ritmo narrativo, dove l’ausilio audio e video rende meno impegnativo seguire il filo logico degli avvenimenti. Giorgio Marchesi si conferma un attore dalle grandi doti recitative, coinvolgente e poliedrico; egli racconta quasi tutto d’un fiato, con intervalli comici di matrice cabarettistica, stacchetti musicali e balletti da rivista di avanspettacolo. L’assenza di qualsiasi elemento scenografico evita ogni riferimento temporale dell’opera, così da poterla considerare nei suoi aspetti esistenziali e filosofici sempre validi. Del resto, come il regista stesso afferma, viviamo nel tempo dei social che diventano, spesso, la ricerca di una vita alias, di un'alternativa al contesto reale, seppur vissuta virtualmente. Ne viene fuori uno spettacolo delizioso e divertente adatto al pubblico di ogni età, fedele alla poetica pirandelliana, pur considerando gli inserti personali, utili a rivitalizzare un' opera letteraria, che è considerata un classico della letteratura del '900. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 9 febbraio 2024. |
Il fu Mattia Pascal Dal romanzo di : Teatro Ghione Biglietti: |