Lo spettacolo andato in scena dall’11 al 28 aprile al teatro Basilica, "I Masnadieri” si ripropone sulla carta, di mettere in scena la tragedia, che rese Schiller famoso e che si colloca nella letteratura del tempo come manifesto del movimento culturale e letterario “Sturm und drang”. La trama ruota attorno al protagonista, Karl Moor, che incarna l’eroe romantico: uno studente aristocratico che conduce una vita dissipata e irregolare. L’azione si svolge in Germania in un arco di tempo di circa due anni. Protagonisti del dramma in cinque atti sono i due figli del vecchio conte di Moor, il maggiore di nome Karl ed il secondogenito Franz, entrambi innamorati della bella Amalia Von Edelreich che ricambia l’amore di Karl. Franz fin dall’inizio dichiara il suo intento di impossessarsi di quanto spetta al fratello e, volendo succedere al padre ad ogni costo, servendosi di false lettere, accusa il fratello di aver disonorato il nome di famiglia, cosicché il padre diseredi Karl. Poi, per accelerare la morte del genitore facendo leva sui suoi sensi di colpa, gli fa sapere quanto egli sia stato ingiusto con il figlio prediletto e come sia ormai troppo tardi per pentirsene in quanto Karl è morto in guerra. Nel frattempo Karl Moor, sconvolto dall’ingiusto castigo inflittogli dal padre, sceglie la strada del crimine e diventa il capo di una banda di giovani masnadieri che mettono a ferro e fuoco città e villaggi. L’incipit del protagonista parte con una drammatizzazione carica intensa, urlata, giustificata dai suoi tormenti interiori, tuttavia è un tipo di recitazione che va a connotare tutti i personaggi, rendendo ostico lo scorrere della narrazione. La gang dei masnadieri è formata da personaggi con inflessioni negli accenti, spesso con intenti dichiaratamente volti a suscitare ilarità; il fratello Franz, interpretato dal bravissimo Gianni D’Addario nella sua connotazione comica, con un marcato accento pugliese è quello che risulta più convincente e caratterizzato, l’unico che veramente avvince lo spettatore, tant’è che ci si appassiona molto più all’antagonista che alla figura dell’eroe. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 23 marzo 2024. |
I Masnadieri uno spettacolo di da Friedrich Schiller Un giovane Shiller nel clima inquieto dello Sturm und Drang, dedica questa tragedia alla figura di un grande ribelle sconfitto: Karl Moor. Un giovane di aristocratica famiglia nella Germania settecentesca, è un individuo eccezionale, insofferente di ogni limite e convenzione sociale, animato da un generoso sdegno contro l’oppressione tirannica dei principi e la servile meschinità della borghesia che lo circonda. Oltre che contro l’autorità terrena, la sua rivolta si rivolge contro Dio. Ma si scopre solo una disperata negazione, che lo costringe a sterminare persone inermi e deboli, vecchi, malati e fanciulli. Misurando la sua sconfitta, Karl Moor sente anche il peso della colpa, respinta dall’ordine del creato e dallo stesso ordine sociale. L’inevitabile sconfitta a cui è destinata la sua temeraria impresa accresce il fascino che emana dalla sua figura e la grandezza eroica da lui conservata anche nella rovina è confermata dal suo andare volontariamente incontro alla morte.
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