“Il figlio”, pièce di una trilogia , scritta dal drammaturgo francese Florian Zeller, ha esordito in prima nazionale al Parioli. La trama, in sostanza lineare, vede il dispiegarsi di rapporti familiari in situazioni assimilabili a normale routine: una madre (Galatea Ranzi) in ansia per il figlio, che da mesi non frequenta la scuola, ne percepisce il malessere e richiede pertanto l’aiuto dell’ex marito (Cesare Bocci), il quale ha da poco avuto un figlio dalla donna con cui convive (Marta Gastini). L’uomo, determinato a gestire la situazione accoglie la richiesta del figlio di andare a vivere da lui, vincendo la titubanza della compagna. L’oscura sofferenza che attanaglia il ragazzo si manifesta dapprima pacatamente in piccole esplosioni verbali, via via nelle tendenze all’autolesionismo, che vuol essere un modo per attenuare quel male di vivere sconosciuto, insopportabile e del tutto inspiegabile. La madre si rifugia nei ricordi di famiglia felice, ripercorre l’infanzia del figlio solare e circondata d’amore, non comprendendone la sofferenza, nonostante la consapevolezza del dolore vissuto per l’abbandono del marito. Il padre, pur amando suo figlio non lo capisce, abbozza sensi di colpa, che cerca di ricacciare via, nell’intenzione di sanare quelle ferite in un nuovo equilibrio familiare. I temi proposti sono piuttosto complessi e al tempo stesso riguardano molte famiglie e molti giovani : il nichilismo esistenziale, il disfacimento del nucleo familiare, l’altra donna e la nuova famiglia, l’attaccamento al lavoro e al successo in carriera, il carico eccessivo sulle madri che accudiscono i figli. Nei dialoghi tra i personaggi, lo spettatore resta coinvolto come parte della famiglia, è partecipe, resta col fiato sospeso, in attesa che il disagio trovi la sua spiegazione e risoluzione. Questa tensione rende la rappresentazione carica di suspance, non mancando di certo i colpi di scena, i contrasti avvincenti e commoventi fino alle lacrime. La regia armonizza perfettamente l’articolazione delle battute, gli inserti musicali i cambi di scena, costruiti sullo scorrere di due pareti mobili con fondo nero e riquadri luminosi. Il cast assemblato è di altissima qualità, su tutti risalta sia per la giovane età, sia per il prodigioso talento Giulio Pranno ( noto per il ruolo in“Tutto il mio folle amore” di Salvatores) nel ruolo del figlio. Consigliamo vivamente di non perdere un pezzo così d’effetto, che incide profondamente nella sfera emotiva di ognuno di noi. Recensione riferita alla prima del 25 gennaio 2023. |
Produzione: Teatro Il Parioli, teatro La Pergola scene: Carlo de Marino
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