Tu non sei il mio allievo: io non ti insegno nulla. Questa è la dichiarazione iniziale del grande artista già affermato al giovane impacciato che entra nel grande studio newyorkese in cui Mark Rothko, uno dei maestri dell’espressionismo astratto, sta creando i Seagram murals. Questa dichiarazione sembra un ossimoro, poiché è proprio il delicato rapporto tra artista e allievo quello che vediamo evolversi durante la rappresentazione del testo di John Logan. Questo rapporto tra generazioni è vitale anche per il maestro che sta per la prima volta affrontando, con l’uso dei toni scuri, una più decisa virata verso una visione trascendente e contemplativa delle sue opere. I grandi pannelli sono destinati al raffinato ristorante Four Seasons nel Seagram Building in costruzione a Manhattan, progettato dal grande architetto Mies van der Rohe. La possibilità di creare uno spazio architettonico e pittorico unitario, insieme al prestigio dei committenti e alla sostanziosa remunerazione, è troppo attraente per lasciarla sfuggire. La storia dei Seagram murals è ben nota: Rothko si renderà conto che un ristorante di lusso non può assolutamente essere il luogo in cui far vivere le sue opere. Restituirà l’anticipo e si terrà i dipinti. Nella finzione teatrale il giovane assistente, ormai maturo intellettualmente, avrà un ruolo nella sofferta ma necessaria decisione del maestro. Ma l’evoluzione dialettica tra i due è anche un viaggio nel pensiero e nell’arte di Rothko, nel rapporto tra le generazioni di artisti e con i grandi maestri del passato. La roca voce di Ferdinando Bruni resuscita l’artista che ci spiega come guardare un quadro: un percorso nello spazio e nel tempo. Viviamo nei suoi ricordi l’ascesa di New York a centro mondiale dell’arte grazie agli Irascibili, capitanati da Pollock e Rothko. Viviamo la morte del cubismo e l’avvento della Pop Art, accusata di essere carina. “Io esisto per fermarti il cuore, per farti pensare; non per creare immagini carine” grida l’Irascibile pittore “Dire che qualcosa è bello fa vomitare!”. Il giovane assistente, Alejandro Bruni, ingoia ogni insulto, ogni vessazione e intanto la sua anima artistica cresce, la sua sensibilità sviluppa una voce. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 16 febbraio 2023 |
di John Logan regia, scene e costumi Francesco Frongia
foto Luca Piva |