Top Girls
Milano, Teatro Carcano, dal 31 gennaio al 4 febbraio 2024

In scena al Teatro Carcano Top Girls per la regia di Monica Nappo, ovvero sogni, deliri e vita quotidiana di donne al vertice. Con questa opera scritta nel 1982, ormai un classico moderno, Caryl Churchill colpisce duro e mette a nudo fino all’osso la relazione tra donna e potere e il prezzo da pagare e da far pagare agli altri per diventare una “top girl”.

Volutamente non ci sono uomini in scena, anche se padri, mariti, figli e colleghi sono presenti costantemente nelle parole dei personaggi.
La scena si apre su una onirica cena tra donne organizzata da Marlene, che festeggia la sua promozione a general manager di una società di selezione del personale. Per farlo ha invitato alla sua cena di gran gala personaggi femminili della storia passata che hanno raggiunto traguardi notevoli e unici, affiancate da due personaggi inventati, due donne straordinarie che però sono state immaginate da uomini. Il chiacchiericcio fitto e sovrapposto, tipico di una animata conversazione tra donne ci svela piano piano la storia di ognuna.
Così la papessa Giovanna, prima e unica donna eletta al soglio papale e lapidata dopo aver messo al mondo un figlio durante una processione, si affianca a Elisabetta Bird, scrittrice e intrepida viaggiatrice vittoriana e prima donna a diventare membro della Royal Geographical Society, e a Lady Nijo, autrice del famosissimo Diario di una concubina imperiale. Le donne immaginate dagli uomini sono invece due estremi: la paziente Griselda, ricordata da Boccaccio, Petrarca e Chaucer per il suo eccezionale matrimonio e Dull Gret, la virago dipinta da Bruegel il Vecchio. La prima, una contadina presa in sposa da un principe, accetta pazientemente ogni umiliazione, vessazione e dolore che gli provengano dal nobile marito; tanta “virtù” verrà alla fine premiata. La seconda prende le armi contro i diavoli, si ribella all’assassinio del proprio figlio e scende fin nell’inferno per vendicarsi, ma anche per prendere tutte le ricchezze che può. Dull Gret, però, non è nella mente di Bruegel una eroina: “dull” vuol dire pazza o stupida e il dipinto, lungi dall’esaltare le virtù femminili, è ben affine ad un proverbio dell’epoca: “Una donna fa chiasso, due donne un sacco di guai, tre un mercato annuale, quattro una lite, cinque un esercito, e contro sei il Diavolo in persona non ha armi”.
Grande assente nella fitta conversazione tra le top girls è la figura materna: se ciascuna donna ha dovuto fare i conti con la propria maternità, pure la figura della propria madre non è mai citata, è cancellata dalla memoria, a riprova di come la madre non potesse essere per queste donne eccezionali  riferimento per la propria crescita, esempio e guida. Per arrivare al vertice, per distinguersi dalla massa, serve immaginazione, individualismo e una confidenza in sé che deve essere nutrita. A differenza degli uomini, le donne non hanno avuto nel proprio sesso molte figure di potere come riferimento.
L’onirica autocelebrazione di Marlene termina e la vita ritorna alla realtà e al tempo presente: la Thatcher è da poco diventata Prime Minister, prima donna in UK. La nostra protagonista lavora nella sua società con lo stesso pugno di ferro. Poco importa chi travolge nella sua ascesa: giovani donne in cerca di fortuna, mature professioniste che si rendono conto che devono cominciare a sgomitare per uscire dal gregge, colleghe e colleghi, la sua stessa famiglia. Tutti questi incontri, tutte le storie che incrociano Marlene nella sua inarrestabile ascesa ci restituiscono in crudeli e teneri tocchi ogni elemento che, come donne, abbiamo vissuto nella ricerca di noi stesse: “rovinerai il vestito”, “ha le palle più dure”, parlare tra noi di piacere o non piacere a questi o quelli. Donne che pretendono il successo dei loro mariti perché non possono ammettere il fallimento di non aver mai lavorato al proprio. Affetti e maternità negate in nome del lavoro.
Le ragazze di questi anni, poi, non parlano più dei padri, scomparsi o mai conosciuti, ma solo di madri e zie.
Quanto dolore, quante aspettative non corrisposte, e quanta confusione tra visione politica dell’esistenza, realizzazione di sé e i propri doveri come essere umano. Senza vincitori o vinti, tutte (e tutti) pagheranno un prezzo in questa lotta per emergere ed affermarsi.
La regia di Monica Nappo ben organizza questa prova corale di un cast necessariamente tutto al femminile. Sara Putignano è una spietata e bellissima Marlene, mentre le altre attrici interpretano più ruoli. Cristina Cattellani, nel doppio ruolo di Dull Gret e Louise, sorella di Marlene, rende nel modo più credibile, in due personaggi opposti, le amarezze dell’essere donna, esibendo in entrambi un volto segnato dalla vita. Un applauso agli opulenti e iconici i costumi della cena onirica. Evocativa la scenografia di apertura, che con l’acqua sullo sfondo ricorda l’Ophelia di Millais e con il lampadario di perle la Bella e La Bestia di Walt Disney.
Purtroppo la cattiva resa acustica ha reso difficile a molti seguire la prima parte dello spettacolo nel modo dovuto.
Forse inevitabile la presenza decisamente minoritaria degli uomini tra le fila degli spettatori. È emblematico il commento a fine spettacolo di uno dei pochi uomini in sala: "sempre la stessa storia". Non avremmo potuto sottolineare meglio l’attualità di questa opera: non c’è più la Thatcher al potere e gli Eurithmics non cantano più Sweet Dreams, ma nulla è cambiato. Peccato.

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 31 gennaio 2024




Top Girls

di Caryl Churchill
traduzione di Maggie Rose

con
Corinna Andreutti,
Valentina Banci,
Cristina Cattellani,
Laura Cleri,
Paola De Crescenzo,
Martina De Santis,
Simona De Sarno,
Monica Nappo,
Sara Putignano

scene Barbara Bessi
costumi Daniela Ciancio
luci Luca Bronzo
regia Monica Nappo

produzione Fondazione Teatro Due, Parma



TEATRO CARCANO

Corso di Porta Romana, 63 - Milano

tel: 02 55181362
www.teatrocarcano.com

ORARIO SPETTACOLI

31 gennaio, 1 e 2 febbraio ore 19.30
3 febbraio ore 20.30
4 febbraio ore 16.30


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