Ferito a morte
Milano, Piccolo Teatro Strehler
dal 17 al 22 gennaio 2023



Fare teatro mettendo in scena una nuova drammaturgia basata su un romanzo è, per stessa ammissione di Emanuele Trevi, che ha curato l’adattamento teatrale del testo, diventata una nuova consuetudine dei nostri giorni. Quanto poi questo sia effettivamente una richiesta del pubblico o, viceversa, una proposta del mondo teatrale, non è il caso di dibatterlo in queste righe. Tuttavia, la scelta di un romanzo così letterario è stata sicuramente una sfida sia per Trevi che per il regista Roberto Andò: il ruolo dello spettatore è ben diverso da quello del lettore che, con la sua immaginazione, mette a disposizione dell’autore un cast inesauribile e un palcoscenico in grado di violare le regole dello spazio e del tempo.

Ferito a morte di Raffaele La Capria è un romanzo pubblicato nel 1961, vincitore nello stesso anno del Premio Strega. Un evergreen dell’editoria, per alcuni un classico della letteratura italiana: certo molto è stato scritto e letto su questo libro. La sintesi della storia direttamente dalle parole di Roberto Andò: “Parla di tutto e di niente, riassumerne la trama in poche righe sembra impossibile, mentre in realtà è facilissimo: il giorno della sua partenza da Napoli, un uomo convoca nella sua mente fatti e persone diverse. Questa convocazione mentale di volti, presenze, frammenti di scene e discorsi, ognuno di noi la attiva in continuazione. È il teatro della mente. Nel contempo, quella dell’intellettuale che abbandona il suo paese natale e fa il bilancio della propria giovinezza è una situazione narrativa tipica, più volte evocata nella letteratura e nel cinema italiani.”.




Mettere in scena i ricordi così come questi affiorano e riaffondano seguendo il filo della memoria. Rendere vivo il rapporto del protagonista, Massimo, con il mare. Rendere la sensazione musicale del testo originale. Memoria, mare e musica: anche questo è andato in scena ieri sera al Piccolo Teatro Strehler con un nutrito cast di ben sedici attori. Per primo il mare: sempre rappresentato in soggettiva attraverso gli occhi del protagonista; sott’acqua, in immersione, tra posidonia, cespugli di cytoseira e rocce, a caccia di una spigola gigante. Sopra, la morbida, fluttuante, iridescente superficie del mare che brilla sfaccettando il sole estivo, i cui raggi penetrano come colonne di luce in una cattedrale. Oppure dolcemente sciabordante, visto dall’alto delle logge e terrazze di Palazzo Donn’Anna. O come un gorgo fastidioso nel timpano rotto. Il mare è onnipresente e compenetra ogni momento della vita di Massimo da giovane, e dei suoi amici e conoscenti del Circolo, dei suoi amori. In mare rischia la vita, pallonando durante una immersione.  È in mare quando gli echi della guerra irrompono con un bombardamento, presto dimenticato per correre dietro all’amore, in giovane flottiglia con gli amici. In mare stringe tra le braccia la sua dea, la irraggiungibile Carla, per la prima volta. È il mare che mezza Napoli vive come qualcuno di famiglia e che mezza Napoli non avrà mai.
Così, Massimo adulto, interpretato da Andrea Renzi, può ricordare simultaneamente le mattine domenicali in casa sua, e del pigro, viziatissimo risveglio, e i pomeriggi al Circolo o al bar, con gli amici e le desiderabili ragazze, sullo sdraio a prendere il sole, vantarsi, sparlare di questo e quello, amoreggiare. Un gioco di luci, gli sdrai messi di spalle e i giovani leoni riflessi in modo evanescente in un grande specchio ed ecco che si torna nuovamente in casa De Luca, o con Carla sulla barca o dolorosamente alla Grande Occasione Mancata. O ancora al meraviglioso pranzo domenicale in casa De Luca, un balletto a più voci, più volte eseguito come una liturgia, durante il quale matura la decisione di partire per Roma e lasciare Napoli, questa città che “ti ferisce a morte, o ti addormenta”. La Napoli dell’alta borghesia, magari un poco decaduta, resa perfettamente da Aurora Quattrocchi, la nonna De Luca, dalla coppia a contrasto Gea Martire, signora De Luca, e Clio Cipolletta (la cameriera Assuntina) e dall’ineffabile zio. La Napoli con la parlata dei signori, non certo criptica e selvaggia come quella di Filomena Marturano, ma musicale. La Napoli di Ninì, il bravissimo Giovanni Ludeno, che corre sugli scogli sotto palazzo Donn’Anna per catturare il rancio fellone (per i non napoletani, il granchio favollo, assai comune nel Mediterraneo) e vende i denti d’oro della affezionata cameriera.
Preceduto dall’amico Gaetano (l’ottimo Paolo Cresta) Massimo ha finalmente lasciato Napoli. Dopo anni fa capolino nella sua vita Sasà, l’ “eccezionale”; sarà una breve visita. Nessuno degli amici di un tempo ha saputo cogliere una grande occasione. Ninì si perde ancora dietro a scherzi stupidi, Guidino è in prigione, Sasà non ha combinato niente ed è pieno di debiti. Gli altri hanno mogli e figli e non ci sono più speranze di fare qualcosa di grande, si sono addormentati. Anche Massimo non ha mai colto la sua grande occasione e Carla, il suo grande amore, gli è sfuggito per sempre. Roma è a solo due ore da Napoli, ma il ritorno non sarà mai più veramente possibile; lui, Massimo, è come la sua città, ferito a morte.





Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 17 gennaio 2023.



FERITO A MORTE
di Raffaele La Capria

adattamento Emanuele Trevi
regia Roberto Andò

con Andrea Renzi, Paolo Cresta, Giovanni Ludeno, Gea Martire, Paolo Mazzarelli, Aurora Quattrocchi, Marcello Romolo, Matteo Cecchi, Clio Cipolletta, Giancarlo Cosentino, Antonio Elia, Rebecca Furfaro, Lorenzo Parrotto, Vincenzo Pasquariello, Sabatino Trombetta, Laure Valentinelli 

la voce di Roger in inglese è di Tim Daish 
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
video Luca Scarzella
suono Hubert Westkemper
aiuto regia Luca Bargagna
coreografie Luna Cenere
aiuto regia Luca Bargagna
assistente alle scene Sebastiana Di Gesù
assistente ai costumi Pina Sorrentino
direttore di scena Sandro Amatucci

produzione Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, Fondazione Campania dei Festival, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale










Piccolo Teatro Strehler
Largo Greppi - M2 Lanza
Tel. 02 21126116

Orari:
martedì 17 gen. ore 19:30
mercoledì 18 gen. ore 20.30
giovedì 19 gen. ore 19.30
venerdì 20 gen.  ore 20.30
sabato 21 gen. ore 19.30
domenica 22 gen. ore 16.00


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