Scritto da Valentino Butti Domenica 29 Novembre 2009 13:12 Letto : 3256 volte
Anche se le keyboards continuano ad avere un impatto predominante nelle composizioni, la chitarra della new-entry si ritaglia uno spazio non indifferente in alcune composizioni, rendendo i brani più compiuti, più completi, più interessanti . Anche la lezione di Emerson, peraltro non dimenticata affatto, appare solo di riflesso e la personalità della band risulta in questo nuovo album meglio definita. Sarei tentato di fare due nomi (due grossi nomi!) per meglio chiarire il trend dell’album: i New trolls di “The seven seasons” e la Premiata Forneria Marconi dei tempi che furono. Sensazioni personali sia chiaro. Rebus è composto da 10 brani, quasi tutti di media lunghezza, di cui due cantati in inglese. Fra le highlights sicuramente la barocca “Don Giovanni” (in cui emerge il grande amore di Zabbini anche per la musica classica) una via alternativa tra “The seven seasons” e la magniloquenza, talvolta eccessiva, dei Magni Animi Viri; o ancora “Save your soul”, un po’ la “Celebration” della band per la sua atmosfera festosa (non il testo!!); la stessa “Duellum”, seppur un poco narcisistica, dimostra la statura musicale acquisita dai 5 ragazzi. E forse la migliore di tutte, i 10 minuti di “Akery” (interessanti anche le liriche), meno ridondante di altri pezzi, più d’atmosfera, ma altrettanto elaborata e ricca di ispirazione. Un ottimo album davvero e l’ennesima conferma che il prog italiano ha poco da invidiare a quello estero. 80/100
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Luca Pancaldi: Voce Anno: 2009 Sul web: |