Scritto da Salvatore Siragusa Sabato 21 Marzo 2009 21:23 Letto : 2954 volte
L'apertura è affidata alla pioggia ed ai tuoni di sottofondo di "Rain on the pine forest", buon brano ritmato e trascinante. Con "Falling Shadow" chitarra e voce ci conducono su una linea melodica accattivante in cui il solo di Andrea de Marco a metà brano inizia a farci conoscere la personalità e le ottime intuizioni musicali del chitarrista. "Nell'ombra della croce" è a mio parere il pezzo di gran lunga migliore degli 8 proposti, chiaro attacco alla religione: "All'ombra di croci si celano crimini ... [cut] ... Portano illusioni e non soluzioni" un brano che oltre al testo offre anche un parte musicale ricca di pathos, in cui tutto è surreale, etereo ed in cui solo lo scream di Federico Tacoli ci fa restare in contatto con la realtà, veramente un buon brano. Altro buon pezzo è Blind Eyes Sight dal mood quasi jazz/rock ed in cui, tanto per cambiare, la chitarra è vera ed assoluta protagonista. Tornano gli elementi naturali in "Fury of the crashing waves" e torna il ritmo e l'energia dei primi brani. "Nex Animae" è il secondo brano cantato in italiano discreto brano ma sicuramente non all'altezza del primo, anche qui si gioca la carta del pathos ma in maniera meno convincente che in "Nell'ombra della croce", nonostante comunque il pezzo si lasci ascoltare con piacere, ottimo l'assolo di Andrea de Marco" in chiusura. Brano di passaggio è "Soul Suicide", forse il brano più aggressivo del lotto. Chiude "Ancient Dolomites", tributo ai monti protagonisti della Prima Guerra Mondiale ("The ancient stone temple of war") che con i suoi quasi 8 minuti è il pezzo più lungo del platter, un brano che racchiude, come in un riassunto finale, tutti gli aspetti del sound degli Eterna Scomunica, pathos, oscurità, ma sopratutto l'abilità di Andrea de Marco nel disegnare linee melodiche ritmate ed accattivanti e passaggi oscuri ed intimi. Da segnalare anche una buona registrazione, un pò meno la parte di missaggio e post produzione, troppo staccati e poco amalgamati tra loro i suoni dei vari strumenti un buon artwork ed un ottimo booklet, con immagini della band e sopratutto, cosa indispensabile, con i testi dei brani. Un album che acquista valore ascolto dopo ascolto, un album in cui l'apparente semplicità e linearità delle melodie è solo effimera celando in realtà paesaggi e momenti ricchi di spessore musicale, di pathos ma anche di energia, dimostrando un buon livello compositivo ed esecutivo ed una discreta personalità, un album quindi che merita una segnalazione nel panorama del Black Metal italico, specialmente quello più personale ed intimista ed il bello è che si evince chiaramente che i blackster friulani hanno ancora ampi margini di miglioramento, specialmente per quel che riguarda la parte ritmica. Nel complesso sicuramente un valido esordio. 75/100
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Federico Tacoli: Voce Anno: 2008 |