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Massimo Idà (Apoteosi)



Intervista realizzata da Gianluca Livi (si ringrazia Francesco Pozone per la preziosa collaborazione).

Introduzione

Il disco "Apoteosi", della band omonima è considerato tra i migliori e rappresentativi dischi di progressive italiano degli anni '70.
Strutturato su otto brani (di cui il primo interamente spalmato su un'unica facciata), fu pubblicato nel 1975 dalla piccola etichetta calabrese "Said", con una tiratura limitata ed una distribuzione locale.
Ottimi brani ed esecuzioni molto tecniche sono le componenti di un album che, purtroppo, non ha avuto alcun seguito.
Abbiamo incontrato il tastierista della band, Massimo Idà, all'epoca della pubblicazione appena quattordicenne, oggi apprezzato sonorizzatore di programmi televisivi di fama nazionale.


Intervista


A&B: L'unico disco degli "Apoteosi" è, a mio modesto avviso, un piccolo gioiello di rock progressivo, un vero miracolo, in realtà, se si pensa che fu suonato da ragazzini. La cosa incredibile è che fu partorito da una band di cinque ragazzi, di età compresa tra i 14 e i 18 anni
.

Massimo: Beh parlare di Apoteosi per me è come aprire l’album delle foto in cui rivedi la tua vita e le tue persone più care. Pura emozione! Avevo 13 anni nel 1973 quando iniziammo a comporre, divertendoci, quello che sarebbe diventato il nostro primo e ultimo disco Prog. Eravamo io, mio fratello Federico, Marcello Surace, Franco Vinci e Carlo Capria alla voce. Quest’ultimo da li a poco si trasferì a Roma per frequentare l’Università e prese il suo posto alla voce mia sorella Silvana, anche lei appena quindicenne, che cantava regolarmente con noi durante le serate.
Avevamo la fortuna di avere a disposizione a Palmi (RC) lo studio di registrazione di mio papà e io già “smanettavo” con mixer e microfoni. Man mano che componevamo qualcosa, registravamo tutto per sentirne l’effetto e per fissare le idee.

A&B: Chi, tra di voi, era il principale autore di musiche e testi?

Massimo: le ispirazioni maggiori venivano da mio fratello Federico che, oltre a scrivere i testi, era il più grande (ben 18 anni!!!) e quindi un faro per noi, al pari di Franco Vinci che ha portato innumerevoli idee al progetto.
Naturalmente, suonando, ognuno di noi metteva qualcosa: Marcello col suo drumming fresco e avanti rispetto ai tempi ed io con il mio Arp Pro Soloist appena comprato, l’Eminent, l’Hammond B3 e il Pianoforte.
Mio papà ci fece il regalo l’anno dopo di portarci a Roma a registrare e così noleggiò per ben 3 giorni il famoso studio SONIC dove lavorava il grande tecnico del suono Franco Patrignani (il quale, dopo qualche anno, avrebbe fondato gli studi Forum Village).
Tutto il resto è storia e finì così, con una piccola etichetta senza pianificazione pubblicitaria e distribuzione nazionale.
Purtroppo!
Un gran peccato! Ma eravamo ragazzini e sicuramente papà era poco lungimirante e inesperto nel genere.



A&B: Come colpevolizzarlo? La sua label, fino a quel momento, aveva pubblicato musica popolare... 

Massimo: Oh si, la Said Records era un’etichetta importante nel suo settore e si occupava prevalentemente di musica folk italiana.
Nel catalogo trovavi le canzoni popolari italiane di ogni Regione, dai canti alpini alle musiche napoletane, dalle tarantelle calabresi alle pizziche salentine, dai canti sardi ai canti delle mondine.
Il successo maggiore lo ebbe con Chitarra Vagabonda di cui vendette oltre 2 milioni di dischi.

A&B: Come mai la label di tuo padre cessò di esistere alla fine degli anni '90? 

Massimo: furono due, gli eventi che portarono alla chiusura: la scomparsa di mio fratello nel ‘92 e il mio precedente trasferimento a Roma. Mio padre decise di cedere il catalogo e di smettere l’attività, tutto questo ormai una ventina di anni fa.

A&B: Quali i rapporti della label con gli Studi Sonic di Roma?

Massimo: Con la Sonic non c’erano rapporti lavorativi se non di amicizia col proprietario, il caro Sig. Ciarallo.

A&B: Faceste delle date a supporto del disco e in quali posti?

Massimo: Con il progetto Apoteosi facemmo soltanto una presentazione del disco al mitico Teatro Cilea di Palmi. Fu un concerto Sold-out con mille difficoltà tecniche legate al periodo (1975) in cui non c’erano ancora strumenti digitali, quindi caricammo il pianoforte verticale di casa su un furgone e lo portammo al Teatro visto che quello a coda dello studio era troppo pesante. Quante risate e quanta passione! Pensa che la batteria la microfonammo con i NEUMANN dello studio e il service audio era inventato con materiale preso quà e là tra le nostre risorse e quelle di gruppi amici locali. Vorrei la DeLorean di “Ritorno al futuro” anche solo per un giorno.



A&B: vorrei spendere due parole per tua sorella: ascoltando il disco, pare evidente un suo retaggio canoro tipico della compagine religiosa. 

Massimo: In realtà lei aveva (ed ha ancora) questa voce dolcissima di suo e in quel periodo cantava divinamente le canzoni di Mina, Marcella e altre. Inserire una voce femminile in un progetto Prog fu una scommessa e mi dispiace, col senno del poi, non averla utilizzata di più nel disco anche in momenti meno soft che invece le hanno dato questa dimensione mistica.
Ancora canta divinamente, ma non è più in giro da allora.



A&B: tutte le ristampe dell'album (ad opera delle label AMS/BTF, Belle Antique e Mellow Records) che si sono succedute a partire dal 1993, vi hanno visto coinvolti, a livello di autorizzazioni e cessione dei diritti?

Massimo: Oh si, ho dato io le autorizzazioni in quanto erede della Said Records.
Per l’edizione giapponese, sono riuscito anche a fare una sorta di mastering.
Si è trattato, tuttavia, di operazioni fatte soltanto per mantenere la memoria, nessun business importante, ti assicuro.

A&B: Molti gruppi "minori" del prog italiano - e mi riferisco a coloro che negli anni '70 pubblicarono uno o due album, come i Cherry Five, I Metamorfosi, gli Agorà e tanti altri - si sono riuniti, generalmente par alcune date commemorative, se non proprio per pubblicare altri album. C'è una possibilità che questo accada anche con gli Apoteosi?

Massimo: Assolutamente si. Anzi, ti do uno scoop (come se parlassimo dei Genesis, ahahah): il mio fratellino acquisito Franco Vinci da anni mi marca stretto con questa idea della “reunion” e l’anno scorso mi son messo al lavoro. Visto che il materiale del disco è poco per suonare un concerto di almeno un’ora e mezza, bisogna dilatare i temi, i soli e magari aggiungerne altri. Abbiamo la totale collaborazione di Marcello Surace e di mia sorella Silvana, ma Federico non c’è più. Allora abbiamo (ho) preso la decisione, visto che molte cose sono state sovrapposte nel disco e io dal vivo non potrei farle, di utilizzare le sequenze su cui metteremo anche il basso e immagini video in sync con la musica.
Ho già finito di arrangiare tutto il Lato A del disco e sono felicissimo del risultato, ma purtroppo, causa impegni, mi sono arenato e presto cercherò di completare tutto per riuscire a coronare questo sogno.
Il top sarebbe farlo all’Anfiteatro Motta della mia adorata Palmi.
Chissà!



A&B: fin da giovanissimo, oltre che suonare, hai lavorato sia come ingegnere del suono, sia come arrangiatore, alternandoti nello studio, a scuola e al conservatorio. Era un impegno al quale partecipasti motu proprio oppure eri spinto di tuo padre per musica?

Massimo: Io ho sempre detto di essere un ragazzo fortunato: sono nato in uno studio di registrazione e ho respirato musica dal primo giorno di vita. Ho avuto modo di stare al fianco di musicisti e poter carpire tutto. Infatti, negli anni, ho imparato a suonare, oltre al mio strumento, anche batteria, basso, chitarra, fisarmonica.
Mio padre non mi ha mai spinto ufficialmente, ma so che era molto orgoglioso di me e sicuramente vive in me e da lassù mi sta ancora vicino.

A&B: Dopo quell'esperienza, hai lavorato con moltissimi artisti, tra i quali Mietta, Paola Turci, Massimo Ranieri, Pino Daniele, Riccardo Cocciante, Adriano Pappalardo, Tito Schipa jr, Nek. Con quale di questi hai instaurato il rapporto più appagante?

Massimo: Per ognuno di questi avrei tanti aneddoti da raccontarti.
Quello con il quale ho collaborato di più è stato Marco Armani, voce splendida assurdamente messa da parte dalla discografia.
Con Pino Daniele ho fatto la prima versione di "Anna verrà" che doveva cantare proprio Armani, ma poi il progetto non andò avanti e Pino inserì il brano in un suo disco e tenne molte mie idee nell’arrangiamento.
Poi, dal ‘98 in poi, ho iniziato a lavorare per la Tv e ho abbandonato parzialmente la discografia.
A parte le tournée e i dischi con tanti, ultimamente ho risentito Tito Schipa jr per un suo nuovo progetto.
Un’altra persona meravigliosa che voglio ricordare come pezzo della mia vita, è Giampiero Artegiani, oltretutto ex Semiramis. Con lui abbiamo percorso un periodo bellissimo e creativo lavorando alla sua produzione di Silvia Salemi e altri lavori che portava al mio studio. Un uomo unico, vero, intelligente e geniale. È stato un dolore la sua scomparsa e ancora oggi piango rivangando i ricordi che mi legano a lui, come adesso. Ciao Giampi!
È stato bello lavorare come arrangiatore anche allo spettacolo teatrale di Serena Autieri scritto da Vincenzo Incenzo e con la regia di Gino Landi dal titolo “La Sciantosa”, in cui si ripercorre la storia di Elvira Donnarumma, la cantante di Cafè Chantant dei primi del ‘900. Fu presentato al Festival di Spoleto e abbiamo successivamente fatto delle date in giro per l’Italia tra teatri ed anfiteatri con anche un concerto a Sassuolo, con la Filarmonica Toscanini di Parma che ho diretto.

A&B: Con chi non hai lavorato e vorresti lavorare?

Massimo: Lista infinita, ma lo sarebbe per chiunque. Un’utopia sarebbe con Stevie Wonder e Gino Vannelli, i miei miti pop.



A&B: Hai diretto l'orchestra che accompagnava Stefania La Fauci a Sanremo '91. Come mai fu la tua unica presenza al Festival?

Massimo: Si, infatti non successe più, anche se negli anni sarebbe potuto ricapitare, ma il mio impegno in tv mi ha portato lontano dalla discografia, come già detto prima.
Beh, Sanremo è un tritacarne dove devi rispettare degli standard lavorativi, quindi c’è la preparazione delle partiture con degli standard grafici, la fornitura dell’audio delle sequenze, le prove a Roma e il periodo di permanenza nella città di Sanremo.
Bellissima opportunità per stare con il gotha dell’ambiente e con tanti amici musicisti.
Spero ricapiti.

A&B: Sei l'autore delle musiche di molte trasmissioni Mediaset, tra cui “Beato tra le donne”, "Buona Domenica" e "Amici". Io vorrei sapere cosa pensa un talento degli anni '70 come te, degli odierni cantanti che vengono presentati nelle trasmissioni di oggi.

Massimo: C’è una domanda di riserva?
Naturalmente, dai Talent sono usciti tanti bravi artisti, su tutti Marco Mengoni, direi, ma anche tanti bluff.
Diffidate delle trasmissioni non in diretta perché oggi si registra tutto su multitraccia e le voci vengono corrette in post produzione utilizzando plug-in come Autotune o Melodyne.
Il risultato sarà un cantante intonatissimo, ma non è proprio così. Si va troppo dietro al look e al seguito sui social, cosa non reale visto che con poche centinaia di euro puoi comprare milioni di visualizzazioni, devi solo saper come fare.

A&B: Scopro con stupore che siamo colleghi pubblicisti giacché, dal 2004, sei iscritto all'albo dei Giornalisti. 

Massimo: È stata un’opportunità nata grazie al mio carissimo amico Angelo Laganà che, oltre ad essere un bravo fisarmonicista, è un editore nel settore sportivo. Io ho una passione viscerale per il calcio e per la mia Inter e lui dirigeva il giornale "Roma mia" che veniva distribuito all’Olimpico durante le partite dei giallorossi. Mi propose di collaborare e quindi iniziai a scrivere di calcio e musica, intervistando qua e là i personaggi televisivi che incontravo tra Cinecittà e gli Studi Elios, mentre mi occupavo delle trasmissioni che stavo facendo (in quel periodo "Sarabanda"). 
Raggiunti quindi i fatidici 70 articoli, se non ricordo male, scattò l’iscrizione.

A&B: Questa intervista è stata realizzata grazie all'amico comune Francesco Pozone, che ci ha messi in contatto: abitando a Roma, ti è mai capitato di visitare la Fiera del Disco - Music Day (di cui abbiamo dettagliatamente parlato QUI), da lui organizzata?

Massimo: Sai quando prometti che farai una cosa e poi ti dimentichi? Ecco, questo è quello che ho fatto io il giorno prima di andare al Music Day.
Sto invecchiando! (risate)
Alla prossima edizione sarò presente, caschi il mondo, anche perché l’avevo promesso a Francesco. E poi credo che sia una Fiera meravigliosa e un’opportunità per fare una full immersion nella passione!



A&B: quali i tuoi progetti attuali?

Massimo: Negli ultimi 22 anni, parallelamente ai miei lavori in studio e alle trasmissioni televisive ("Domenica In", "Sarabanda", "Ciao Darwin", "La Corrida" e alcune "dietro le quinte" come sigle e sottofondi), sono stato impegnato col cuore e con la mente nella band di cui faccio parte che si chiama "Frankie & Canthina Band".
Indovina chi mi chiamò a farne parte nel ’99? Marcello Surace, che vi era appena entrato in qualità di batterista. De resto, sono solo 52 anni che suoniamo assieme e mi sopporta!
Durante il lockdown mi sono anche “scoperto” appassionato VideoMaker self made. Ho imparato quattro cose di Adobe Premiere e ho iniziato a fare video con la mia band ospitando gente come Mario Biondi, Kid Creole & The Coconuts, I Delegation con Rick Bailey, Luca Barbarossa, Simona Bencini dei Dirotta su Cuba, Kelly Joyce e ho realizzato un inedito col compianto Mike Francis: ti invito a visitare il canale YouTube della band per godere delle loro e delle nostre performance.
In parole povere, mi "riciclo" (risate).

A&B: ultime parole per i lettori di A&B....

Massimo: Io spero solo che il livello musicale attuale fornito dai media si alzi in termini di qualità oggettiva. In tal senso, l’ultimo programma di Rai3 del grandissimo Stefano Bollani potrebbe essere un piccolo inizio.
L’Italia è una fucina di talenti ineguagliabile che vanno solo scovati e gratificati artisticamente.
Io vorrei solo portare a termine i miei progetti con le persone a cui voglio bene e che stimo, ma spero sempre di arricchirmi confrontandomi con nuove leve, e ce ne sono tante, anche se rispetto a noi, che tiravamo giù gli assoli dai dischi, oggi tutti si ritrovano qualsiasi cosa trascritta o vivisezionata sul web.
Buona musica a tutti e ci vedremo in giro con Frankie & Canthina Band, spero.



Apoteosi

Silvana Idà: voce
Massimo Idà: tastiere, voce
Franco Vinci: chitarra, voce
Federico Idà: basso, flauto
Marcello Surace: batteria

Anno: 1975
Label: Said Record
Genere: Prog

tracklist:
Embrion
Prima Realtà
Frammentaria Rivolta
Il Grande Disumano
Oratorio (Corale)
Attesa
Dimensione Da Sogno
Apoteosi

 

 

 


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