Music Day
intervista a Francesco Pozone




Introduzione

Il Music Day Roma è una rassegna culturale aperta ai venditori di dischi da collezione e di merchandising (locandine, manifesti, biglietti di concerti, spartiti, riviste, ecc…) ma anche ad artigiani, costruttori, produttori di strumenti musicali e venditori di apparecchiature Hi-Fi d’epoca.


Associazione Culturale "Per un Pugno di Dischi"

Music Day Roma

Giornata del Collezionismo Musicale

Cell. 3389508649

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È riconosciuta a livello istituzionale, giacchè beneficia del patrocinio del Comune di Roma e della Regione Lazio, che la qualificano da anni quale manifestazione di interesse culturale, e gode dell'attenzione di blasonati partner quali Porta Protese, Radio Rock, Sonor Music Editions, Beat Record and Company, Red-ki Records, Gam.
Abbiamo incontrato l'organizzatore, Francesco Pozone, presidente dell'associazione culturale Per un Pugno di Dischi, per una piacevole chiacchierata nella quale si tirano le somme sulle passate edizioni e si fa il punto sui prossimi impegni organizzativi.

Intervista

A&B: Ciao Francesco. Due parole sul Music Day Roma, allo scopo di descrivere in premessa la rassegna a chi non la dovesse conoscere.

Francesco: Ciao Gianluca. Sin dalla prima edizione, lo scopo della manifestazione è quello di voler essere un punto di riferimento per tutto ciò che lega la musica al collezionismo a 360°. Per questo motivo, il nome che ho scelto è stato Music Day Roma e non la solita dicitura Fiera del Disco.

A&B: Quale la categoria predominante e per quale motivo?
Francesco: Attualmente, l’80% degli spazi espositivi viene richiesto da venditori di dischi, mentre il restante si suddivide in editoria musicale, DVD musicali, produttori di supporti per l’HiFi (Liquidi, spazzole, puntine ecc) e, soltanto saltuariamente, venditori di impianti Hi Fi, i quali, evidentemente, preferiscono rivolgersi ad altri canali di vendita.

A&B: Una sezione viene ogni volta dedicata anche all’editoria musicale talché sono presenti riviste specializzate e case editrici. Un settore specifico, invece, è rivolto alle etichette discografiche indipendenti e settoriali, che hanno così la possibilità di fornire un'anteprima delle proprie uscite alla presenza di musicisti e compositori. Spesso la figura del venditore e della label indipendente coincide con un unico soggetto. E' il caso di Black Widow Records, ad esempio, label e negozio di dischi di Genova, puntuale partecipatore della rassegna. Quali i numeri della scorsa e edizione (degli uni e delle altre)?
Francesco: La Black Widow Records è un partner oramai storico, avendo legato il proprio nome alla nostra manifestazione sin dalla prima edizione del Febbraio 2012. Ma oltre all’etichetta genovese abbiamo stabilmente la Beat Records Company (etichetta specializzata nel catalogo di Colonne Sonore) e, di volta in volta, abbiamo nel tempo ospitato la Egea Records, la Sonor, Four Flies Records, Goodfellas ed altre ancora.


A&B: In passato, la rassegna ha ospitato incontri, dibattiti e convegni a tema, coinvolgendo giornalisti, musicisti e personaggi noti nel mondo musicale. E' il caso di ricordare, tra gli altri, Vittorio Nocenzi e Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso, Giovanni Tommaso e Bruno Biriaco del Perigeo, Claudio Simonetti dei Goblin, Lino Vairetti degli Osanna, il noto compositore di colonne sonore Fabio Frizzi. Quanto il Music Day Roma è amato dai musicisti?
Francesco: Questo aspetto mi rende veramente orgoglioso: i tanti musicisti che nel tempo abbiamo ospitato si sono sentiti “a casa loro” e mantengono un buon ricordo della manifestazione. La mia politica è quella di avere un ospite che abbia qualcosa di attuale da presentare, che si tratti di un’uscita discografica o di un libro autobiografico. Il moderatore che è sul palco con lui è sempre una persona competente e preparata: mi piace che le interviste siano vivaci e piacevoli per chi ascolta. 
Quando si prospettano le possibilità, cerco di ospitare altri personaggi che hanno condiviso con l’ospite il percorso artistico. Mi vanto di aver fatto incontrare dopo tanti anni Claudio Simonetti e Fabio Pignatelli con Carlo Bordini, il primo batterista della formazione pre-Goblin, o anche Edda dell’Orso con Fabio Frizzi, il regista Enzo G.Castellari con Maurizio De Angelis, e di esempi ne potrei fare a decine.
Naturalmente, questo tipo di attenzione è molto gradita agli ospiti del Music Day Roma e, come detto sopra, per me è un vanto essere conosciuto e riconosciuto da moltissimi addetti ai lavori come un organizzatore che realizza cose interessanti per la buona Musica.

A&B: In generale, la rassegna sembra più apprezzata dalle vecchie glorie, che dalle nuove generazioni di musicisti. E' corretto? Per quale motivo?
Francesco: Essendo una manifestazione legata al collezionismo, è logico che l’interesse sia maggiormente rivolto verso personaggi che hanno “creato/inventato/dato lustro” alla grande Musica italiana; questo sia nella proposta espositiva di dischi in vinile, sia nella scelta dei nostri ospiti.
Ciò non toglie che, soprattutto nelle ultime edizioni, abbiamo avuto sempre un occhio rivolto alle nuove generazioni di artisti. In tal senso, abbiamo premiato Silvia Oddi per il suo disco di esordio, abbiamo avuto Giuvazza e Krissy Matthews con le proprie band e, in un prossimo futuro, apriremo una finestra ancora maggiore verso gli emergenti.
Dal punto di vista collezionistico, negli ultimi anni, nuovi generi si sono affacciati all’attenzione del pubblico (ad esempio l’Hip Hop) e perciò anche le richieste del pubblico stanno cambiando.

A&B: E per quanto riguarda il pubblico, quale l'età media del visitatore?
Francesco: Abbiamo visitatori di tutte le età, uomini e donne dai 16 anni fino ai 70; naturalmente i più giovani sono quelli che hanno più “fame di formazione” e comprano il catalogo, i più grandi sono i più esigenti e cercano pochi dischi ma “buoni”.

A&B: Il Music Day Roma nasce dalle ceneri della Record Fair Roma, le cui ultime edizioni si sono svolte all'EUR. Quali le differenze tra quella rassegna e quella attuale?
Francesco: Beh, sono due manifestazioni all’opposto. La vecchia Fiera del Disco era una piccola realtà (purtroppo) locale. Il Music Day Roma è una manifestazione di respiro nazionale con oltre 60 espositori metà dei quali proveniente da altre regioni.

A&B: C'è stato un periodo in cui si pensava che la rassegna Roma Comics & Games - che si è svolta in una manciata di occasioni al Palalottomatica di Roma - potesse entrare in competizione con il Music Day Roma (e con Romics, per quanto afferisce ai fumetti). A mio parere, non si è mai del tutto corso questo pericolo ed infatti, a distanza di tempo, Music Day e Romics sono vivi e vegeti, mentre Roma Comics & Games è andato sparendo. Vorrei la tua opinione a riguardo.
Francesco: Ho sempre pensato che una manifestazione debba avere una sua chiara identità. A me non sono mai piaciute le promiscuità Fumetti/Dischi o Elettronica/Dischi, Orologi/Pizze da asporto, Moto d’epoca/scarpe usate ecc.
Secondo me, anche per il rispetto dei visitatori e degli espositori, ogni manifestazione collezionistica deve rivolgersi al suo pubblico specifico.


A&B: Milano ha circa un milione e trecentomila abitanti, Roma più del doppio, contandone due milioni e ottocentomila. Eppure, il Music Day Roma registra un afflusso di circa 1000 persone per ciascun giorno, numero considerevole, certamente, ma nettamente inferiore a quello registrato per il Novegro Vinile Expo. Il tutto, peraltro, con prezzi assai differenti (l'ingresso a Milano costa quasi tre volte tanto quello di Roma). Quali le ragioni?

Francesco: Novegro soffre una notevole perdita di visitatori.
Negli anni ’90 registrava decine di migliaia di ingressi, mentre oggi qualche migliaio, ma comunque fa sempre dei numeri superiori alle altre manifestazioni del genere.
Le ragioni sono molteplici: innanzitutto, quella di Novegro è la Fiera storica Italiana, avendo 30 anni di attività alle spalle.
Naturalmente la posizione geografica gioca a suo favore, trovandosi più vicina a Germania, Austria, Svizzera e a regioni italiane più ricche.
Inoltre, occorre dire che il collezionista romano è abituato “troppo bene”: a parte il richiamo della Rete, tra mercatini dell’usato o domenicali, Porta Portese e altre piccole manifestazioni legate al vinile, non mancano le occasioni per comprare dischi e questo, secondo me, a volte allontana il pubblico da una manifestazione più istituzionale.
Noi cerchiamo di mantenere bassissimo il prezzo di accesso proprio perché vogliamo portare al Music Day Roma anche pubblico nuovo e speriamo che il tempo ci dia ragione.

A&B: Il Comune di Roma e la Regione Lazio concedono ad ogni edizione il loro patrocinio, riconoscendo il Music Day Roma quale manifestazione di interesse culturale. E' certamente un importante traguardo: come è stato possibile ottenere l'interessamento di queste due istituzioni?
Francesco: Credo che il Comune e la Regione ricevano tutti i giorni decine di richieste volte alla concessione del loro patrocinio.
Noi ci siamo limitati a presentare il nostro progetto, che evidentemente è piaciuto, e dal 2012 siamo una delle manifestazioni che hanno questo “riconoscimento di manifestazione di interesse culturale”.
Comunque, lo dico con rammarico, l’interessamento delle Istituzioni si ferma al semplice patrocinio, mentre richieste di contributo (che servirebbe per far crescere ulteriormente la manifestazione e per eliminare anche la piccola quota di ingresso) vengono regolarmente ignorate.

A&B: Noi di A&B ci siamo occupati di collezionismo musicale varie volte, da ultimo con due articoli specifici. Nel primo, intitolato L'acquisto del Vinile Usato. Vademecum Essenziale per Neofiti, a firma di Giuseppe Artusi (http://www.artistsandbands.org/ver2/articoli/generi-musicali/7369-lacquisto-del-vinile-usato-vademecum-essenziale-per-neofiti-e-non-solo), abbiamo dettato alcune linee guida senza alcuna pretesa di pontificare dal pulpito, semplicemente perseguendo lo scopo di fornire indicazioni, non soltanto indirizzate ai neofiti. Doveroso chiedere il parere di un esperto come te...
Francesco: Vorrei far i complimenti al vostro collaboratore per l’articolo, è scritto molto bene ed è molto dettagliato anche se secondo me è leggermente troppo critico nei confronti delle fiere del disco. Lo dico da collezionista e non da organizzatore: le fiere del disco non sono solo un luogo dove comprare dischi, ma sono luoghi di incontro, di discussione e di confronto.
Il rapporto con gli altri appassionati, con il venditore che viene da lontano, la possibilità di farsi suggerire un disco piuttosto che un altro, l'opportunità di confrontare dal vivo prezzi e condizioni, sono tutte esperienze che il web non potrà mai concedere.
Personalmente, acquisto e vendo dischi su Ebay, ho clienti che comprano dischi da anni, ma con loro non ho mai avuto un rapporto, non so neanche se hanno i capelli neri o gialli.



A&B
: Nel secondo, intitolato L'acquisto del vinile usato. Postfazione (riflessioni sulle croniche patologie del musicofilo e/o audiofilo), dello stesso autore (http://www.artistsandbands.org/ver2/recensioni/recensioni-album/8517-lacquisto-del-vinile-usato-parte-seconda), abbiamo affrontato le manie compulsive che generalmente caratterizzano il collezionista tipo. Concordi?
Francesco: Il vostro collaboratore ha centrato in pieno il concetto di collezionismo: siamo tutti malati della malattia più sana e più bella che possa esistere.

A&B: C'è un motivo, secondo te, per cui il primo dei due ha ottenuto un numero di visualizzazioni straordinariamente superiore al secondo?
Francesco: Questo delle visualizzazioni è il grande dilemma del secolo: anche io, a volte, mi chiedo perché un post sulla pagina del Music Day Roma riesce a totalizzare 5000 visualizzazioni, mentre un altro ne conta poche centinaia.
Se avessi una risposta certa credo, che oggi farei un altro lavoro ben più remunerativo di quello che faccio ora...

A&B: A partire dal Marzo 2015, il Music Day si svolge anche nella città di Perugia. In questo modo, si può dire che il centro-sud - giacché in entrambe le edizioni si registrano afflussi che provengono anche dal meridione - è da voi interamente coperto. Vorrei un veloce raffronto tra le due edizioni.

Francesco: Perugia è una città che ho nel cuore, per motivi di lavoro ed affettivi: ho sempre creduto che avesse delle grandissime potenzialità, cosicchè nel 2015 coinvolsi Ernyaldisko, nella persona di Marco Massari (uno dei maggiori organizzatori di fiere del disco sul territorio nazionale), nell’unire le forze ed organizzare assieme la Fiera del Disco di Perugia. Marco è un grande amico perciò avevo piacere di lavorare insieme partendo da zero su una piazza che storicamente non aveva mai avuto manifestazioni del genere.
La tipologia della Fiera del Disco di Perugia è diversa rispetto al Music Day Roma in quanto si svolge all’interno di un centro commerciale, il Quasar Village di Corciano.
Il pubblico ha risposto bene: siamo arrivati all'ottava edizione e la prossima si svolgerà il 27 e 28 Ottobre.

A&B: Ed ora, un'anticipazione sulla prossima edizione: sede e cadenza temporale (trimestrale) sono confermati? Quali gli ospiti e le novità?
Francesco: Abbiamo già confermate la data del 29/30 Settembre e Febbraio 2019, sempre presso l’Hotel Mercure (a Roma, Spinaceto, in Viale Eroi di Cefalonia 301).
In questi giorni stiamo lavorando ad una grande novità che annunceremo a breve.
Gli ospiti di Settembre non sono naturalmente ancora confermati ma, comunque, come facciamo già da qualche edizione, avremo il nostro “palco live” molto attivo e proporremo presentazioni di dischi di artisti e gruppi giovani e meno giovani.

A&B: Ultimo messaggio ai nostri lettori.
Francesco: Che dirvi? La Musica (quella vera, quella con la M maiuscola) ha bisogno di siti come il vostro, fatto da persone appassionate e competenti.
Il collezionismo è una naturale conseguenza di questa passione e noi che organizziamo manifestazioni legate a questa bellissima malattia abbiamo una grande responsabilità nei confronti delle nuove generazioni che si affacciano a questo mondo
Un grande affettuoso saluto a voi e ai vostri tanti lettori, godetevi le meritate vacanze e, se avete qualche minuto di tempo, cercate ed ascoltate buona musica.


Seguono alcuni commenti catturati su facebook, una volta postata questa intervista

Paolo Maggi: una cosa che sfugge all'intervistato nel raffronto col mercato "milanese" è che, logistica a parte, tradizionalmente, il mercato "romano" si è avvitato su nicchie inadatte a fare un mercato ampio, come quelle del prog, soprattutto italiano; Roma, con tutte le sue potenzialità, altrimenti enormi - collezioni private di giornalisti e cultori vari nei decenni - riflette esattamente quel vuoto culturale nazionale che ha visto un passaggio diretto dalla cultura beat a quella del prog più o meno politicizzato dei primi '70; manca del tutto il passaggio essenziale della psichedelia 1966/69, che poi è proprio in nocciolo duro del collezionismo internazionale, che invece è stato fatto circolare ampiamente a Novegro e ha creato quella domanda e l'opportunità di soddisfarla; se vai a vedere, l'80 % dei titoli più desiderati e cari, del valore collezionistico, appartiene a quel settore, che a Roma vedi solo di "seconda mano", cioè rappresentato da ex-collezionisti che hanno pagato tantissimo e vendono le loro collezioni, non da dealers che drenano quel materiale sul territorio in modo da alimentare un flusso.

Alessandro Pomponi: Anche se qualche vox clamantis in deserto a Roma c'è sempre stata.

Paolo Maggi: certo; credo mi confermerai la difficoltà di suggerire al cliente medio un approccio metodico e "di catalogo", soprattutto in assenza di occasioni concrete per far ascoltare, spiegare, a fronte di una mitologia già strutturata, dove tutti vogliono gli Alphataurus. Il traino dell'emulazione nel mercato è essenziale, soprattutto in quello del superfluo, come testimonia il ricorso massiccio alla pubblicità per qualsiasi bene di immagine, a partire dalle automobili; chi spende sopra una certa soglia per quello che in effetti è un pezzo di plastica, lo fa se ha l'impressione che si tratti di un valore consolidato, valutato allo stesso modo da un numero consistente di persone; se nel proprio ambiente viene desiderato il Balletto di Bronzo, e si paga un prezzo superiore ai Tomorrow, è molto difficile che si crei un'offerta mainstream tale da creare una massa critica di collezioni solide; in soldoni, nelle case dei romani difficilmente trovi quella base di originali di catalogo che sollecitano una domanda stabile, anche una volta informati; cioè, uno guarda lo scaffale in cui figura il prog italiano e pensa: mi dovrei comprare tutto il catalogo Vertigo UK ad un prezzo medio di 400 euro al pezzo ? lasciamo stare... diverso sarebbe se nel corso degli anni l'emulazione avesse fatto comprare a molti i Gentle Giant o i Sabbath inglesi, invece di stampe italiane o tedesche, i "vorrei ma non posso", lasciando solo qualche vuoto da colmare; quando parli coi "romani", senti sempre le stesse risposte: il Tomorrow ce l'ho americano, gli Spring tedesco, il primo Caravan olandese... beh, graziearca:

 


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