

Album
Scritto da Max Casali
Giovedì 09 Febbraio 2017 23:18

Da quando esiste il sonoro, il cinema è ricorso necessariamente alla musica per commentare i suoi film con una soundtrack. Ma può succedere anche il contrario:che un artista si ispiri per un intero album al mondo della celluloide. Tutto ciò si capta in "La galleria del vento" , debutto come solista di Antonio Firmani. Due anni prima pubblicò in inglese, con la sua band(the 4th Rows) "We say good-bye, we always stay". Ora, l'artista napoletano sorprende non poco per l'eclettica rarefazione stilistica dei brani, sospesi tra sogno e disillusione, in particolare quella amorosa al passaggio dei trent'anni e che, in qualche modo, sancisce l'entrata nel mondo adulto. Firmani decide di aprire con un suggestivo strumentale, costruito su appoggio calmo che poi, d'improvviso, esplode sontuosamente alla Coldplay. Dal titolo del disco in poi entranoin scena i due personaggi che animeranno, nel bene e nel male, le vicende dell'album: Mario ed Alice, simboli di una generazione a cui è mancato il passaggio intermedio tra adolescenza e fase adulta. E questo rimpianto si riscontra in vari passaggi, con musica forse eccessivamente malinconica, ma con il preciso intento di rendere chiaro il più possibile il mood che alligna nelle tracce, senza fraintendimenti o interpretazioni alternative. Magari, chi è vicino agli "enta" potrà pure obiettare di non sentirsi per nulla addosso la sgradevole sensazione di diventare grande ma di vivere la fase adulta con maggior coerenza e filosofia. Sta di fatto che nessuno può fermare il tempo: semmai, diventare un suo buon alleato, questo si e nulla più. Antonio sussurra le sue nove istantanee con sana leggerezza e tecnica adeguata, non straripando mai ma piuttosto si traveste da fiume Carsico che, a tratti scompare, per poi riaffiorare più in là. "La galleria del vento", "Mario e Alice principianti" e "Pacey Witter" sono episodi splendidi che farebbero gola ai Kings of Convenience.
|
Leggi tutto...