Al Teatro Manfredi di Ostia (Roma) è in scena dall'11 febbraio fino al 20 lo spettacolo Viva la guerra! di Andrea Bizzarri che ne ha curato anche la regia. Siamo nel 1944 e quattro giovani si rifugiano sulle montagne laziali per iniziare la loro resistenza. Si accampano in una fredda stalla dove possono vedere il passaggio di un convoglio tedesco carico di munizioni diretto a Roma. L'intento è quello di costruire una bomba e far saltare il treno ed il gruppo, anche se non molto affiatato, è unito e determinato a portare a termine la missione. Unico handicap: la giovane età dei protagonisti della storia ed una immatura coscienza politica che li porta a volte ad esaltare ed altre volte a mettere in discussione gli ideali e le scelte fatte. A complicare la missione dei maldestri attentatori entra in scena una donna che viene ritrovata priva di sensi nel loro temporaneo rifugio. La sua presenza fa saltare tutti gli equilibri e rischia di scombinare l'ambizioso piano: la concentrazione dei ragazzi oscilla dalla guerra alla vita amorosa, minando il già precario equilibrio emotivo. L'opera tratta l'argomento della guerra con leggerezza, senza però svilirne la durezza; allestita per far emergere la spensieratezza della giovinezza anche in momenti di estrema drammaticità. Lo spettacolo è un continuo generare di emozioni: si ride e ci si commuove, passando attraverso i più svariati d'animo. Andrea Bizzarri (autore e regista) riesce perfettamente nell'intento di mostrare l'ultima guerra in una luce del tutto inedita, vissuta e raccontata da ragazzi che non sono nè eroi nè vittime, ma protagonisti loro malgrado. Personaggi ordinari, con le loro passioni e incertezza, in cui lo spettatore si può ritrovare ed immedesimare, sapientemente messi in scena dagli attori. Primo atto con ritmo molto incalzante, battute a raffica sottolineate dalla mimica e dal dialetto romanesco che, affiancato alla parlata nordica dell'unico protagonista in scena non romano, crea contrasti sonori gradevolissimi, arricchiti da monologhi esilaranti. Lo spettacolo perde un po' di tono nel secondo atto quando i ritmi rallentano e la commedia comincia a scivolare in tragedia. Da evidenziare l'allestimento del palco: in un primo momento difficile da comprendere per un "fuori e dentro" atipico, ma va elogiata la capacità degli attori per far comprendere allo spettatore quando si trovano all'interno e quando all'esterno di un muro inesistente. |
Viva la guerra! Teatro Nino Manfredi
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