I tacchi a spillo sono certamente un'icona del femminile e spesso vengono usati come metafora per raccontare storie di donne e collocarle in categorie pre-definite.
Le scarpe, è noto, sono un elemento fetish per eccellenza, quasi riescono da sole a denotare la personalità di chi le indossa. Meglio scalze, vuole distaccarsi da tale stereotipo: piedi nudi per non essere etichettate e poter decidere di sfuggire da ruoli imposti, da aspettative, da modelli determinati. Spettacolo molto particolare e di difficile comprensione. Il forte messaggio che sottende non appare così chiaro anche perchè nella rappresentazione praticamente non ci sono dialoghi, ma frasi accennate, brevi monologhi centrati sulla pluralistica declinazione di una sola parola, sospiri, sbuffi, fiato grosso per la fatica. Il grande impegno delle due protagoniste rimane difficile da decifrare, la molta mimica e le accuratissime movenze non riescono a trasmettere il significato recondito di tanto pathos e riuscire a collegare i vari fotogrammi in cui si articola la pièce non è semplice: si passa da spot pubblicitari, a provini, da brevi coreografie a racconti senza un apparente filo conduttore. Spettacolo inedito, basato su una originale regia e sulle notevoli capacità artistiche delle due protagoniste, peccato che non riesca totalmente a comunicare il messaggio sotteso, lasciando alla fine, gli spettatori un po' interdetti. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 15 aprile 2023. |
Meglio scalze. Antologia del troppo Teatro Spazio 18b |