Può il teatro impartire importanti lezioni di vita? Assolutamente si. Lo spettacolo “Schegge di pace” ce lo dimostra: una storia ed una rappresentazione che non ha confini di spazio e di tempo e che con la sua attualità trasmette un messaggio universale.
La rappresentazione, messa in scena dal laboratorio teatrale dei Licei, guidato dai professori Livia de’ Dominicis, Bianca Maria Tummarello e Christian Lefta, tratta dalla commedia La pace di Aristofane, è l’immagine del nostro tempo e dell’attuale società, un’analisi fredda e drammatica del dualismo tra pace e guerra, vita e morte, gioia e dolore. Lo spettacolo, anche se realizzato “artigianalmente” (i pochi arredi di scena sono opera dei ragazzi/attori), mantiene intatto lo spirito dell’opera del commediografo greco, seppure contaminata, ma neanche troppo, da incursioni moderne, considerazioni attuali, eventi contemporanei che si adattano perfettamente ad una commedia scritta 421 a.C. L’entusiasmo dei giovani attori è palpabile e riesce perfettamente a compensare una recitazione acerba, ma sicuramente appassionata. La performance degli studenti liceali è coinvolgente, soprattutto nella seconda parabasi scritta da loro stessi: un forte messaggio di pace interiorizzato dalle giovani generazioni ed un monito verso i “mercanti di guerra”. Un grande riconoscimento per il lavoro svolto va agli insegnanti di queste giovani leve per la loro capacità di far amare ed apprezzare i classici agli studenti e per la visione lungimirante che riconosce la possibilità di costruire un clima di speranza per il futuro, così come lo esprimeva, quasi 2500 anni fa, Aristofane dopo la pace di Nicia. Tanto lavoro e dedizione nell’insegnamento, coniugato all’amore per il teatro non possono che generare frutti rigogliosi. La cultura, in ogni sua forma ed espressione, va coltivata, curata ed apprezzata, nella convinzione che solo la conoscenza rende liberi di fare le proprie scelte e nella speranza che lo studio della storia possa evitare di ripetere gli errori che il genere umano (così come evidenziato anche dai giovani attori) tende compulsivamente a ripete.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 19 maggio 2024. |
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Schegge di pace (dalla commedia di Aristofane, “La Pace”)
laboratorio teatrale dei Licei guidato dai prof. Livia de’Dominicis Bianca Maria Tummarello Christian Lefta.
NOTE DI REGIA Lo spettacolo “Schegge di pace” presenta una sceneggiatura originale, tratta dalla commedia di Aristofane “La Pace”, contaminata da testi attuali in prosa e in poesia sul tema della guerra, che si palesano nella cornice e dialogano con il testo classico, a testimoniare che l’umanità è ancora – strenuamente e disperatamente- alla ricerca della Pace.Un cortocircuito tragico è parlare di guerra e pace in una commedia distopica e al contempo lucidamente spietata. Il nostro è un tempo di guerre fratricide, esuli, identità culturali perdute. Di qui l’importanza delle parole di Aristofane che testimoniano, dopo 2500 anni, l’ostinato proposito di capire la vita e di modificarla nel sogno e nella realtà. Scritta nel 421 a. C., durante la guerra del Peloponneso fra Sparta e Atene, la commedia La Pace contiene importanti nodi tematici ed etici: deplorazione per la tirannide, ammirazione per coloro che hanno combattuto a Maratona e a Salamina, amore per la democrazia, ma critica degli eccessi della democrazia ateniese, pacifismo. Il testo visionario e onirico ci parla dell’utopia del viaggio di un uomo, Trigeo, che vola verso l’Olimpo a cavallo di un gigantesco scarabeo stercorario, per liberare la Pace rinchiusa in una grotta. Anche l’elogio dell’agricoltura presente nella commedia è collegato al desiderio di pace, l’unica condizione che garantisca un’aspirazione alla felicità, intesa anche come generatività e benessere materiale. Permane in filigrana una fede negli dei, aliena, però, da suggestioni mistiche, al punto da sconsacrare con la satira il dio Hermes, unica presenza divina rimasta a presidiare l’Olimpo, abbandonato dalle altre divinità perché adirate con i Greci, incapaci di una tregua duratura e di una visione panellenica. La seconda parabasi è stata scritta dagli studenti del V classico, in una felice consonanza con la commedia aristofanea, al contempo tragica e comica.
Prof.ssa Livia de’Dominicis
Teatro G.B. De Rossi Via Cesare Baronio 127B Roma
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