Un pugno alzato, un guantone diretto al cielo e la maggior parte di noi ha in mente una icona, letteralmente, dei nostri tempi: Rocky! Talmente icona da farne una statua vera che ancor oggi campeggia sulla scalinata del Philadelphia Museum of Art nel luogo dove il protagonista finiva la sua epica corsa di preparazione allo storico match che gli avrebbe cambiato la vita, e forse anche quella di molti ragazzi dell’epoca, per sempre. La storia di questo personaggio ha vissuto una traiettoria di riscatto irripetibile così come, in parallelo, fece la sua genesi artistica. Come Rocky passava da una vita senza apparente speranza e la trasformava con forza di volontà letteralmente “agguantando” l’occasione della sua vita, per contro Silvester Stallone realizzava il film in cui credeva facendo salti mortali creando una delle pellicole più indimenticabili della storia del cinema a dispetto di tutto e tutti, superando ogni genere di difficoltà riuscendo a far conoscere la sua opera con un badget limitato. Portare quindi oggi le vicende di Rocky in un musical a teatro dal vivo peraltro in italiano, affronta insidie che farebbero tremar le gambe anche ai più grandi. Ma non a chi ieri sera, sotto la ottima regia di Rosario Cannito, ci ha riportato passo passo nelle emozioni dell’originale narrazione. Un susseguirsi di crescente intensità grazie alle indiscutibili doti interpretative di tutto il cast. Il racconto si sviluppa attraverso rapporti vivaci tra personaggi come accade tra Rocky, interpretato da un ottimo Pierpaolo Pretelli che, nonostante una lieve difficoltà iniziale, ha saputo porsi in sinergica intesa con Giulia Ottonello (Adriana) vera rivelazione del musical al punto da scatenare acclamazioni durante lo spettacolo, o come avviene tra una superlativa Laura di Mauro (Gloria) affiancata da un Mickey (Giancarlo Teodori) che nulla fa rimpiangere dell’originale allenatore di Balboa. Le scene, dello stesso Luciano Cannito, si ripetono in un susseguirsi dinamico quasi da pellicola grazie a scenografie che vengono velocemente variate e valorizzate da un uso puntuale delle luci ed in virtù di coreografie funzionali al tessuto narrativo, nonostante, a tratti, musiche troppo elevate rispetto alle voci dei cantanti specie nel primo atto, ed a dispetto di un imprevisto microfono non funzionante al quale Apollo Creed (Robert Ediogu) ha ovviato con grande mestiere dimostrando presenza di spirito e doti di danza, oltre che canore, non comuni. La composizione dell’opera musical raggiunge il suo acuto nella pregevole ricostruzione del match in scena, impresa davvero titanica in un ambito teatrale, riuscendo a trasmettere un pathos a livello della pellicola originale grazie anche alla realistica ed entusiasmante interpretazione sia di Robert Ediogu che di Pierpaolo Pretelli, davvero non semplice da realizzare, ed ai coprotagonisti che in modo corale hanno ricreato puntualmente gli eventi più entusiasmanti. Ci sia concesso di evidenziare come, oltre al fatto che vedere questo musical è una esperienza davvero trascinante per la quale occorre ammirare il lavoro fatto da tutto il cast e da chi li supporta, non si possa non sottolineare la capacità interpretativa di una Giulia Ottonello in grado di creare una Adriana in chiave aderente all’originale seppur interpretata in modo proprio, dandole una entusiasmante voce cantata che ha lasciato brividi e commozione per potenza, colori ed espressione nell’animo di ogni spettatore.
La presente recensione si riferisce alla rappresentazione del 12 febbraio 2025. |
Rocky the musical Con Coreografie Luciano Cannito e Fabrizio Prolli
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