“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge…”recita l’articolo 3 della nostra Costituzione. Ma lo sono davvero? Una riflessione profonda e sempre attuale è quella del percorso in cui ci guida Luigi De Magistris, uomo delle istituzioni in prima linea sia inizialmente come magistrato, che poi come uomo politico.
La narrazione del percorso professionale della prima fase della propria vita, potrebbe sembrare fine a se stessa salvo rivelarsi in seguito funzionale al messaggio che l’ex magistrato intende veicolare, quando attraverso esempi pratici di come si possa attuare davvero la Costituzione “dal basso”, pone lo spettatore dinanzi ad un vero e proprio specchio. La prima serie di immagini riguarda infatti la attività in magistratura, svelando sfumature ancor più inquietanti di quanto sia possibile ipotizzare nel quotidiano, riportando semplicemente dei fatti in modo consequenziale e costruendo una misura più ampia e dettagliata in materia di connessioni tra vere e proprie organizzazioni oscure della società civile, apparati dello Stato, persone della politica e del mondo economico a far da collante, in un vero e proprio sistema di gestione della cosa pubblica dove il cittadino non ha più diritti ma “concessioni”. Nel suo racconto è di fortissimo impatto trovare momenti di fragilità confessati tra la sorpresa e la ammirazione di tutto l’uditorio. Da questo quadro, Luigi De Magistris in modo efficace e puntuale, descrive una serie di iniziative che sembrano straordinarie ma che in realtà egli stesso illustra come semplicemente rispondenti ai dettati costituzionali. Chiarisce come siano diventati la chiave di volta per costruire delle azioni che sono riuscite a riportare, nella sua attività di Sindaco di Napoli, il cittadino ed i suoi diritti al centro delle azioni delle istituzioni cittadine. Tali iniziative furono l’effetto di un condivisione di visione di tutti i suoi collaboratori, che si adoperano collaborando a concepire decreti attuativi “nello spirito costituzionale” quando intesero garantire la Istruzione a tutti i cittadini, rinnovando dei contratti ai docenti in opposizione ai mandati ministeriali dell’epoca; quando gli stessi collaboratori con lui crearono una società speciale pubblica di gestione delle acque in ottemperanza al mandato referendario in materia, o quando furono ancora in opera per la faticosa creazione di una società di gestione dei rifiuti ex novo per liberare Napoli da uno dei suoi problemi più gravi che ne impedivano qualsiasi attività. Gli stessi collaboratori che, infine, collaborarono per creare gli strumenti per la liberalizzazione degli artisti di strada e la promozione della immagine della città tanto da permettere una ripartenza importante dei flussi turistici. Due momenti che sono preludio a quello che è il messaggio, sempre in punta di fioretto “costituzionale”, approfondendo quell’inciso del secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione che ci ricorda come è compito di ogni cittadino perseguire quella rimozione di ogni ostacolo affinché si realizzi in pratica quella libertà ed “uguaglianza dei cittadini”. Luigi De Magistris indica come quella “istigazione a sognare”, la partecipazione, la non omissione, la perseveranza e l’agire collettivo, a cominciare dalle nostre piccole azioni quotidiane sino alle più straordinarie, siano le uniche vie che possono riportare ad un governo del popolo raggiungibile in quella "coerenza dei fatti".
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 21 maggio 2024. |
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Istigazione a sognare/la coerenza dei fatti
conLuigi De Magistrisdi Luigi De Magistris, Andrea De Goyzueta, Nicola Caponecontributi musicali Helen Tesfazghi vocePaolo Sessa pianofortePaolo Forlini percussioni
Luigi de Magistris racconta dell’intreccio tra mafie e politica e della funzione civilizzatrice della Costituzione italiana, attraverso la sua storia di magistrato e del suo successivo impegno politico come sindaco della città di Napoli. Da una parte, la cronaca-racconto di alcune vicende giudiziarie che evidenziano l’intreccio sistemico tra politica e malaffare; dall’altra, invece, racconta, attraverso quattro casi, la forza morale e civile che manifesta l’attuazione del dettato costituzionale. L’ultima parte, infine, ripropone alcuni articoli della Costituzione, in particolare il secondo comma dell’art. 3, come strumento per la costruzione di una pacifica convivenza civile fondata sui principi di libertà, uguaglianza e dignità umana e sociale. Il tema di fondo è che abbiamo tutti e tutte un mandato costituzionale a rimuovere gli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che impediscono la piena realizzazione della persona umana e la più ampia partecipazione di tutti e tutte alla vita democratica del Paese.
Un racconto/archetipo alla non rassegnazione al “nonsipuotismo” e all’”indifferentismo” politico.
(Fonte: comunicato stampa)
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