Quarantasei anni, portati bene! Ma parliamo non di carne ed ossa o cipria e trucco, bensì di canzoni, di storie di amori, di passioni, di balli sfrenati e leggiadria, di incontri di quelli che cambiano la vita per sempre, insomma… in una parola: Grease! L'inizio è subito a spron battuto, catapultando l'uditorio nel pieno della prima energica ed azzeccata coreografia, un grandioso incipit nel quale, come in ogni parte danzata successiva, ogni componente delle figure di ballo si coordina alla perfezione.I danzatori sono sempre in sincronia perfetta tra loro, coniugando i movimenti alle musiche e senza mai un accenno di sbavatura persino nei balli a 18 elementi!Un chiaro segno di enorme lavoro di preparazione da parte di professionisti maturi, sia degli stessi attori che sono gli esecutori ultimi di una sincronia ben riuscita, sia di tutti i componenti che ne hanno curato sviluppo e preparazione scenica a cominciare dalla regia.Da subito l’atmosfera che sembra esser ricercata è quella del disincanto, sfruttando il riferimento alla nota versione originale ed in continuità in questo senso. La scelta di questa ricerca si delinea non tanto nell’ottenere una similitudine tout court, quanto in un tentativo di reinterpretazione mantenendone lo spirito il più possibile. Un esempio evidente ne è la versione esilarante di Sonny, interpretato dall’ottimo Giuseppe Brancato, che qui parla con marcato accento siciliano ed è funzionale ad ottenere un effetto “guascone” in aderenza allo schema del film ma differenziandosene nei termini di realizzazione.Le scenografie portano in questa dimensione voluta ed in tutto il racconto si ha la sensazione, con riuscita nostalgia, di tornare a dimensioni sognatrici ed innocenti. Spiace rilevare, però, che quando un angelo dalle fattezze eccessivamente “fisiche” danza nell’unico frangente veramente troppo esplicito, questa dimensione onirica viene del tutto azzerata interrompendo un flusso di emozioni narrativo in modo fin troppo brusco. Siamo portati a pensare che sia un tentativo, appunto, di reinterpretazione ma che, seppur tentativo apprezzabile, non riesce ad ottenere un effetto in continuità con il resto della storia che, invece, è di sicuro effetto.Le traduzioni dei testi lirici sono in gran parte riuscite molto bene: mantengono infatti lo spirito scanzonato del film sebbene l'arte di tradurre sia sempre un percorso pieno di insidie, poiché le musiche originali vengono create assieme alle parole in una lingua differente, creando un sinolum sonoro espressivo che è funzionale all’emozione che si vuole suscitare e che qui, purtroppo nel passaggio “sei perfetta per me” , si rivela l’unico momento che appare non efficace nella metrica proprio della canzone più famosa. Ci preme sottolineare di come spesso, erroneamente, da molta parte del pubblico la forma del musical sia ritenuta di secondo piano rispetto a forme più impegnate quando, invece, versatilità e capacità interpretative a tutto tondo dovendosi i protagonisti cimentare sia con balli che con canzoni e persino con interpretazioni affatto agevoli di personaggi difficili da centrare nei loro calibrati eccessi.Occorrono capacità poliedriche e doti artistiche complesse e ben sviluppate in ogni forma affinché si crei quella magia di emozioni e si mantenga quella stessa tensione creata nello spettatore, che qui riesce molto bene grazie ad artisti davvero di grande livello.Per questo ci piace applaudire Arianna Bertelli, capace di rendere veritiero il personaggio di Rizzo in relazione con un Kenickie a cui dà voce, e che voce, il bravo Valerio Angeli; Amerigo Vitiello, in grado di caratterizzare il personaggio di Fontaine con movenze che ricordano a tratti il miglior Jim Carrey; Eleonora Buccarini, che ci fa sentire emozionati per le vicende di una Sandy in un riuscito confronto titanico con una indimenticabile Olivia Newton John, assieme a Tommaso Pieropan, in una analoga efficace comparazione con un mito come John Travolta nel personaggio di Danny; Iris Trevisano per la sua reinterpretazione di una Frenchy ben riuscita ed indistinguibile dall'originale; infine la poliedrica Khomolchanock De Pace esuberante e trascinatrice in più fasi.Grazie a loro, andando a vedere questa opera mentre uscirete dal teatro, potrebbe venirvi quel sorriso per disincanto o per una tenera nostalgia come è successo a noi. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 3 aprile 2024. |
GREASE Regia di Saverio Marconi conEleonora Buccarini (Sandy) Tommaso Pieropan (Danny) Arianna Bertelli (Rizzo) Valerio Angeli (Kenickie) Federica Laganà (Marty) Khomolchanok De Pace (Jan) Iris Trivisano (Frenchy) Giuseppe Brancato (Sonny) Dario Napolitano (Roger) Riccardo Rossini (Doody) Amerigo Vitiello (Vince Fontaine) Giovanni Ernani Di Tizo (Tom) Elena Barani (Cha-cha) Chiara Bonfrisco (Miss Lynch) Valentina Pini (Patty) Lodovico Gaffuri (Eugene) Monica Ruggeri (studentessa di Rydell) Michael Pagliaro (studente di Rydell) Angela Ranica (swing off stage) scene Gabriele Moreschi costumi Chiara Donato coreografie Gillian Bruce disegno luci Valerio Tiberi disegno fonico Enrico Porcelli supervisione musicale Gianluca Sticotti arrangiamenti e orchestrazioni Riccardo Di Paola traduzione Michele Renzullo adattamento Saverio Marconi liriche italiane Franco Travaglio e Michele Renzulloregia associata MAURO SIMONE produzione Compagnia della Rancia È partito con 5 repliche tutte esaurite, da Tolentino, “casa” di Compagnia della Rancia, il tour 2024 del musical più amato di sempre: Grease! Compagnia della Rancia, infatti, sotto la direzione artistica quarantennale di Saverio Marconi, non poteva che scegliere le Marche e in particolare il Teatro Vaccaj, sua sede storica, per la residenza di allestimento e le anteprime nazionali del suo titolo più longevo. Teatro Brancaccio
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