Opera estremamente interessante, questa "Fiori di campo", scritta da Siddhartha Prestinari, docente di recitazione che i più attenti ricorderanno, tra l'altro, regista di Pino Insegno e Alessia Navarro in “Imparare ad amarsi”, opera teatrale da noi recensita due volte, quando fu tenuta al Teatro della Cometa, nel febbraio 2020, più recentemente al Teatro Nino Manfredi (maggio 2022). Un campo santo è lo scenario ove la rappresentazione è ambientata, luogo ove interagiscono persone diversissime tra loro, stratificazione che offre l'opportunità di veicolare un ventaglio di emozioni assai eterogeneo: dolore, rabbia, umorismo, rimpianto si alternano tra loro grazie all'interpretazione piuttosto esemplare degli attori coinvolti. Colpisce, di costoro, la capacità di interpretare ciascuno due personaggi distinti, ognuno dei quali in possesso di un background caratteriale e di un substrato emotivo agli antipodi, l'uno rispetto all'altro. Così, ad esempio, Alessandra Berton intrepreta prima un'orfana sofferente e tormentata, per poi passare, piuttosto repentinamente, ad una giovane gallina in procinto di sposarsi, protesa al culto dell'effimero. E ancora: Giada Prandi, fredda donna in carriera prima, emotiva prostituta dopo; Caterina Gramaglia, ora donna di mezza età in possesso di una mente ormai pregiudicata dalla sofferenza, poi straniera distaccata e superficialotta; Marco Giandomenico, sensibile psicologo da un lato, borgataro rude e sbrigativo dall'altro; Paolo Perinelli, attempato dandy inserito nella high society con fini opportunistici ma anche anziano malinconico votato alla logorrea. Costoro sanno recitare, benissimo, peraltro, manifestando, tra le altre cose, la rara capacità di saper strappare risate o suscitare riflessioni profonde, quasi repentinamente, a seconda della direzione interpretativa intrapresa. Preme segnalare, inoltre, Alberto Bognanni, che incarna l'anima ancora in cerca di una sua direzione, in grado di oscillare tra fine umorismo e attitudine filosofica, e Manfredi Gelmetti, che rappresenta la Oscura Signora in termini di efficace e suadente danzatrice di flamenco. Al riguardo, non stupisce il coinvolgimento di un ballerino, giacché nel curriculum della Prestinari c'è anche la danza (classica, moderna, jazz, afro, flamenco), sebbene si faccia fatica a contestualizzare gli interventi di Gelmetti, pur estremamente efficaci in termini di valore assoluto. Tralasciando la riserva appena espressa (unico neo riscontrato), quest'opera offre la rara opportunità di apprezzare innegabili talenti attoriali, la cui interpretazione è peraltro sublimata da una quarta parete così sottile e vicina da far quasi toccare attori e pubblico semplicemente allungando un braccio. La recensione fa riferimento alla rappresentazione del 3 febbraio 2023. |
FIORI DI CAMPO
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