Il ricco programma della decima edizione del Fringe Festival di Roma
ha visto protagonista sul palco del Teatro Vascello, il 20 luglio, Piera Russo nello spettacolo, di cui ha curato anche la regia, Respiro piano. L'opera racconta un percorso di crescita psicologica e culturale, un viaggio che la protagonista compie partendo dai ricordi della sua infanzia riportati alla coscienza dalla necessità di liberare la vecchia casa di famiglia dalla originaria mobilia. Ogni pezzo di arredo rievoca ricordi che Matilde (Piera Russo) racconta: il vecchio grammofono del nonno, i giocattoli che le regalava lo zio, la finestra sempre rigorosamente chiusa e, soprattutto, un vecchio armadio, metafora di una società patriarcale ed omertosa. Respiro piano è dunque la storia della crescita, ma soprattutto dell'emancipazione, di una donna che, vissuta nella Campania degli anni '50, scopre segreti di famiglia e verità tenute nascoste per non "macchiare l'onore". Spettacolo emozionante, ben costruito, che svela solo alla fine il vero senso e significato della storia. Piera Russo va sicuramente apprezzata per l'uso creativo della voce e soprattutto del corpo, con cui riesce a riempire il palco oggettivamente scarno di scenografia. La giovane attrice padroneggia perfettamente il dialetto partenopeo che utilizza nell'interpretazione, simultanea, dei diversi personaggio familiari che riaffiorano nei suoi pensieri, dimostrando una buona capacità di "reggere" per un'ora da sola la scena. Certamente il ritmo dello spettacolo è molto incalzante e questo, a volte, comporta fatica per lo spettatore a seguire gli eventi ed un eloquio molto veloce, soprattutto quando espresso in dialetto. Opera nel complesso molto gradevole e capace di riprodurre uno spaccato di universo femminile. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 20 luglio 2022. |
Respiro piano Teatro Vascello |