Riuscita riscrittura de Le intellettuali di Molière quella in scena fino all'otto ottobre al Teatro Vittoria.
Ardita l'impresa di Chiara Becchimanzi di attualizzare un classico della letteratura teatrale francese, cambiandone, ovviamente, il contesto. Ne Le intellettuali di Piazza Vittorio due sorelle italo-iraniane si confrontano sulle loro divergenti posizioni in merito alla loro cultura: una ultra moderna, l'altra tradizionalista (estremi fortemente marcati anche dal diverso abbigliamento delle due protagoniste). Con loro, in scena, un'esilarante cameriera con accento ciociaro, la zia figlia dei fiori, un improbabile e sempre affamato regista ed un fidanzato conteso. Nello spettacolo, seppure ambientato ai nostri giorni, si ritrovano molti tratti dell'opera di Molière: la discussione in apertura tra le due sorelle, il ruolo della donna e la sua emancipazione in "femmina saccente". L'adattamento è divertente e la commedia ha un ritmo incalzante dovuto anche a trovate originali quali l'utilizzo di diversi codici espressivi: la videochiamata col fratello, la proiezione sul fondo delle immagini dei genitori defunti che dialogano con i personaggi in scena. Commistioni di modalità di comunicazione e di espressione che, seppure funzionanti, forse appesantiscono un po' lo spettacolo, soprattutto se sommate alla ritmata recitazione, al coinvolgimento del pubblico in sala per "spettatori della performance" ed alla estemporanea presenza sul palco della scrittrice Faria Sabahi che legge alcuni brani del suo libro Noi donne di Teheran. La commedia è piacevole anche se, forse, risulta un po' ambizioso il progetto di inserire nel medesimo spettacolo tanti temi importanti: la cultura e le tradizioni del proprio Paese di origine, la famiglia, la modernità, il rispetto declinato in tutti i suoi aspetti ed ancora un corposo ricordo della rivoluzione iraniana e delle sue conseguenze. Tanto materiale su cui riflettere compresso in un'ora e mezza di rappresentazione che cerca comunque di salvaguardare la leggerezza del racconto per non far scivolare la commedia in dramma. Molto buona la regia di Augusto Fornari, così come in generale l'affiatamento degli attori. Nello spettacolo c'è tutto, dalla storia avvincente alle icone della comicità (la zia e la cameriera sono esilaranti), recitazione, improvvisazione con il coinvolgimento del pubblico, forte utilizzo di diversi paradigmi comunicativi. Viene però da chiedersi se questo non sia un po' troppo anche se, oggettivamente, il risultato è positivo. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 28 settembre 2023.
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Le intellettuali di Piazza Vittorio Teatro Vittoria |