Montagne russe
Roma, Teatro Manzoni, dall'1 al 18 febbraio 2024

Una pièce divertente, che cambia spesso registro nel corso delle lunghe conversazioni che hanno i due protagonisti. Un sali e scendi di dialoghi e situazioni che ricordano proprio la giostra delle Montagne russe.

Lo spettacolo di Eric Assous, tradotto da Giulia Serafini, che ha debuttato in Francia nel 2004 con protagonisti Alain Delon e Astrid Veillon e riproposto più volte sulle scene italiane, è una attenta e dissacratoria riflessione sui legami affettivi, sul valore della famiglia e sull’imprevedibilità della vita. Racconta l’incontro di due sconosciuti: Pierre – uomo maturo ma ancora affascinate, felicemente sposato e padre di un figlio e Juliette – giovane bella donna che accetta, senza alcun problema di concludere la serata a casa di lui. Tutto sembra molto facile e piacevole, ma le cose prendono una piega molto differente dal previsto. 
Come le Montagne russe del luna park, la trama dello spettacolo è in continuo movimento su piani diversi. A volte è una divertente commedia, in altri passaggi diventa un appassionante thriller, rappresentando in tal modo i continui meccanismi di salita e discesa vorticosa in cui i due protagonisti si invischiano vicendevolmente. Ogni volta che un punto sembra finalmente chiarito, viene rimesso in discussione da una nuova informazione che modifica i rapporti tra l’improvvisata coppia (in questo, molto significativo, è l’utilizzo del “lei” o del “tu” a seconda del ruolo interpretato). 
Bravi i protagonisti. Pietro Longhi è totalmente a suo agio nel ruolo dell’uomo d’affari goffo e ingenuo che avendo casa libera organizza un’avventura, senza sapere cosa lo aspetta. Edy Angelillo interpreta bene la parte della donna misteriosa, un po’ cinica, ma emozionante. 
Rappresentazione ironica e misteriosa, molto godibile per la scorrevolezza e i momenti di comicità, appassionante nel finale tutto a sorpresa quando la situazione si svela e Juliette, con un emozionante monologo, finalmente rivela la realtà.
Riprendendo le parole del regista Enrico Maria Lamanna “Lo spettacolo parte come una commedia romantica ma porta pian piano ad una verità scomoda, ad un segreto che cambia totalmente il corso della storia. La vicenda si svolge in meno di 24 ore - nel corso di una notte e la mattina seguente - e i personaggi, che sembrano essere ben definiti all’inizio, evolvono man mano in un totale stravolgimento della situazione. È uno spettacolo che divertirà il pubblico… “fino alle lacrime”.
Da citare sicuramente la bellissima canzone originale "Quanto ci siamo mancati", scritta da Bungaro (presente in sala) proprio per questo spettacolo con gli arrangiamenti di Max Calo Bungaro.

 

Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 1 febbraio 2024.

Montagne russe

di Eric Assous

con
Edy Angelillo
Pietro Longhi

regia di
Enrico Maria Lamanna
Traduzione di Giulia Serafini
adattamento di Marioletta Bideri
e Enrico Maria Lamanna
Una produzione del Centro Teatrale Artigiano
disegno luci di Pietro Sperduti
costumi di Teresa Acone
scenografia di Alessandro Chiti
Aiuto regia ed effetti sonori di Augusto Casella.

Teatro Manzoni
Via Monte Zebio 14
Roma
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www.teatromanzoniroma.it


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