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Maria Callas cento anni del mito della lirica


Arduini colpisce ancora, con uno spettacolo su Maria Callas che promette di essere un capolavoro.

La pièce sulla vita della grande cantante è già stata portata in scena in particolari location: il Teatro Traiano di Terracina il 18 marzo, il 20 aprile al Castello Orsini di Avezzano e il 21 aprile al Teatro Manzoni di Cassino dalla Nestor Theater Company diretta dal giovane regista Kevin Arduini
15 artisti tra cantanti, attori, ballerini, musicisti e addirittura una pittrice, per far riemergere dal quel mare Egeo dove le ceneri dell’artista vennero sparse, il mito della dea della lirica prematuramente scomparsa nel 1979 . La scelta narrativa risulta perfettamente leggibile. Interessante l'apertura dello spettacolo che propone quasi una scena da film: il mare in tempesta, quattro misteriosi uomini che portano solennemente un misterioso oggetto che solo dopo qualche secondo viene capovolto e il contenuto versato nell’azzurro abisso. Da qui l'anima della divina (interpretata dalla danzatrice Chiara Dell’Omo) riemerge di blu cobalto vestita, danzante e fluttuante tra le onde; una scelta di regia per sugellare un momento topico: un'anima tormentata che cerca la pace eterna, dopo una vita intensa e difficile. La danzatrice riesce perfettamente ad esprimere con l'energia e la qualità corporea, gli stati d'animo contrastanti di un'anima in pena. Con questo flashback inizia dagli esordi la vita di un mito: la nascita della Callas, una bambina non voluta, un padre egoista e immaturo, interpretato da un misurato Giorgio Collepardi e una madre superficiale e anaffettiva che vede Naomi Vassallo in un crescendo di interpretazioni intense e struggenti. Maria Callas cresce, e dopo una breve fase dell'infanzia impersonata dalla graziosa attrice Mikela Silvestri, il piccolo e acerbo anatroccolo, sboccia in un meraviglioso cigno. Debora di Vetta ed Eleonora Tiberia, attraverso una successione temporale, fanno rivivere il mito, ma soprattutto la donna: la prima attraverso una voce sopranile drammatica e brillante, la seconda attraverso energiche e luminose interpretazioni di difficili monologhi. 
Il giovane regista sorprendentemente e con un’originale pizzico di follia, sceglie il dualismo. Il soprano, che interpreta le arie d'opera più famose, e l'attrice che fa rivivere i momenti più indimenticabili della vita della Divina. Ma anche in questa doppia immagine non esistono due corpi divisi, come in una sorta di viaggio astrale le loro anime mirano al raggiungimento di un’arte sublime che trascende e trascina in un mito che si rinnova continuamente. 
Geniale l'entrata dell'altro colosso della lirica mondiale: il soprano Renata Tebaldi, un’entrèe sull'intro della strabiliante aria O Zittre nicht dall'opera Die Zauberflöte. Il personaggio della Tebaldi, interpretato da una statuaria Tiziana Cardella, è forse tra i più belli e brillanti dello spettacolo. Il regista rompendo tutti gli schemi del bon ton, senza pudore ed incredibile audacia, mostra una Renata Tebaldi senza filtri, e la scena per quanto inverosimile e grottesca, gode incredibilmente di un realismo quasi inspiegabile. 
Incantevole l'Onassis dell'attore Romano Pigliacelli. Molto evocativo ed emozionante il momento della morte.
Arduini è una continua sorpresa, proponendo uno spettacolo brillante e al tempo stesso sublime.
(Fonte: comunicato stampa)

 

 


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