Testo importante del teatro elisabettiano inglese, considerato una delle migliori tragedie del Rinascimento, torna in scena, dopo la sua prima versione del 1966, al Teatro Marconi, con la regia di Marco Belocchi.
L'opera, scritta da Middleton nel 1622, fa parte delle sue celebri city comedies con le quali denuncia la voracità che contraddistingue l'emergente borghesia dell'epoca e da Rowley, attore e drammaturgo inglese, specializzato nell'interpretare ruoli da clown. La tragedia è ambientata nella "cattolicissima Spagna", nemica della "depravata" Inghilterra, ed affronta la cattiveria che si nasconde nell'animo umano. Beatrice (Valentina Maselli), giovane nobile promessa sposa ad un suo pari, si innamora dell'avventuriero Alsemero (Marco Belocchi). Per evitare le nozze Beatrice lusinga un servo, il depravato De Flores (Fausto Morciano) affinchè uccida il suo promesso sposo, cosa che accade, ma la ricompensa che il killer pretende per l'omicidio compiuto è l'illibatezza di Beatrice. La donna cede al ricatto, riesce quindi a sposare Alsemero, ma per evitare che il giovane marito si accorga della sua perduta verginità infila nel talamo coniugale la servetta di cui poi si sbarazza senza alcun rimorso. La storia si intreccia con una sottotrama che si svolge in un manicomio, dove alcuni ospiti si fingono "pazzi ed idioti" per corteggiare la giovane moglie del direttore. I due racconti si affiancano congiungendosi solo alla fine quando il filo comune della follia e della finzione appare in tutta la sua intensità. Spettacolo dove tutti gli elementi della tragedia sono ben definiti. Finale drammatico che richiama ad una morale valida all'epoca della scrittura dell'opera, ma anche ai nostri giorni. Il contesto espressionista in cui è ambientata la rappresentazione viene riprodotto negli abiti e sul palco con la ricostruzione di un ambiente distorto nelle forme e quasi asettico con grandi scalini bianchi e pannelli neri accanto alle quinte. Sicuramente la necessità di utilizzare la stessa scena per il castello ed il manicomio ha comportato scelte ardite nell'arredamento del palco che nell'insieme risulta un po' scarno. Lodevole l'impegno degli attori, alcuni dei quali interpretano più di un personaggio. De Flores riesce a far emergere tutta la sua nefandezza, così come Beatrice (forse con un'età non troppo adatta per il ruolo) fa trasparire la sua ambiguità. Gradevole il balletto degli allievi attori della Tiziana Tozzi Academy. Pièce impegnativa dove il tema della follia (vera o finta che sia) emerge in tutta la sua tragicità. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 19 novembre 2022. |
I LUNATCI |