Spettacolo intimistico, accompagnato da bellissima musica, una rievocazione di anni bui e grandi successi con un unico filo conduttore: la figura materna.
Il grande truccatore Diego Della Palma si racconta in una rappresentazione dove le tinte forti degli argomenti affrontati si stemperano nella leggerezza della narrazione e dove la bellezza, elemento estremamente pregnante nella vita del grande visagista, diventa “imperfetta” quindi più vera e meno artefatta. Sei stazioni contraddistinte ognuna da una parola, un valore significativo e portante nella vita di Della Palma: coraggio, diversità, dolore, consapevolezza, disciplina e destino. Sei storie intessute intorno ai sei vocaboli. Momenti di vita evocativi di ricordi di infanzia e di crescita personale dove una figura ingombrante, ma allo stesso tempo eterea, ha segnato ogni passaggio: Agnese, la madre del grande make up artist. Della Palma domina la scena per oltre un’ora lasciando brevi spazi ad intensi intervalli musicali che sottolineano un momento, un personaggio, un evento. Una narrazione a tinte forti seppure alleggerita nei contenuti da battute, imitazioni, considerazioni. Lo spettacolo ripercorre un viaggio di vita durato oltre settant’anni mostrando accanto a grandi dolori, momenti di riscatto e di crescita personale. L’artista si offre totalmente al pubblico evidenziando anche, o forse soprattutto, i lati più oscuri della sua esistenza, senza tralasciare particolari e senza indorare gli eventi. Le proiezioni sullo schermo in fondo al palco, praticamente disadorno, mostrano volti di donne significative nella vita del truccatore, disegni di abiti, luoghi, accompagnando la storia e rimarcandone i momenti maggiormente significativi. La rappresentazione è un po’ lenta, alcune pause, seppure pertinenti al contesto, ne interrompono la continuità, così come alcune divagazioni ed interlocuzioni col pubblico rendono meno fluido lo spettacolo. D’altronde, Della Palma stesso dichiara di “non essere un attore” e quindi lo spettacolo sembra più un momento di condivisione di un vissuto che non una vera e propria opera teatrale. Da apprezzare la bellissima voce della cantante che attraverso le modulate sonorità riesce a rendere omaggio ai personaggi evocati e ad addolcire alcuni momenti dello spettacolo. Indubbiamente Diego Dalla Palma riesce ad emozionare gli spettatori con la sua storia e la sua eleganza espressiva anche nel raccontare momenti crudi. Il suo stile è unico (non omologato, come lui stesso afferma). Accurata la scelta delle musiche inedite di Cesare Picco, eseguite dal vivo dalla violoncellista Emilia Slugocka. In sintonia con il racconto le luci e gli effetti visivi, e l’accurata regia di Ferdinando Ceriani. Molto apprezzato il piccolo omaggio che l’artista ha riservato all’uscita del teatro a tutte le donne.
Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 14 marzo 2024. |
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BELLEZZA IMPERFETTA fra vacche e stelle
di e con Diego Dalla Palma accompagnato dalle musiche di Cesare Picco Regia di Ferdinando Ceriani violoncellista Emilia Slugocka in scena Vera Dragone
Attraverso gli episodi più significativi della sua esistenza e sprazzi di storia della sua famiglia, Dalla Palma si sofferma soprattutto sulla madre, Agnese, una donna “con lo sguardo di brace che lacera la notte” una figura che, con il suo esempio, ha forgiato la sua personalità carismatica che lo ha reso celebre e apprezzato in tutto il mondo. Il titolo prende spunto dalla storia insolita di Dalla Palma che si racconta portando in scena la sua idea di bellezza, non quella scontata dell’apparire e dell’ovvio, ma quella che nasce da sentimenti come coraggio, diversità, dolore, destino, consapevolezza e disciplina. Queste sono le sei stazioni che compongono il viaggio in cui si sviluppa la narrazione dove Diego Dalla Palma si mette a nudo, senza inibizioni, raccontando episodi della sua vita e di quella dei suoi genitori, soprattutto della mamma Agnese e del suo particolare modo d’essere donna e madre. Per ciascuna delle sei stazioni del suo viaggio narrativo, Dalla Palma ha chiesto un contributo a Pietrangelo Buttafuoco, Aldo Cazzullo, Paolo Crepet, Antonio D’Orrico, Massimo Gramellini, Stefano Zecchi che hanno scritto appositamente per lui degli aforismi per dare una visione maschile a un tema che si valuta sempre, erroneamente, al femminile. Solo sulla “bellezza” il contributo è stato dato dalla giornalista e scrittrice Marina Terragni. Ad ogni tappa della tournée, Diego ha il piacere di ospitare attrici e artiste a cui è affidato il momento più toccante dello spettacolo. A Roma il 14 marzo sarà sul palco l’attrice Elena Cotta; sono già state al suo fianco in ordine di rappresentazioni: Martina Colombari, Cecilia Gasdia, Luciana Savignano, Martine Brochard e Giulia Lazzarini. (Fonte: comunicato stampa)
Teatro Ghione Via delle Fornaci 37 Roma Telefono: 06/6372294
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