Perfettamente riuscita la ricostruzione dell'atmosfera rinascimentale aleggiante intorno allo spettacolo Giallo Raffaello
proposto nell'ambito del Festival estivo Raffaello per Roma '22 Ritratti d'autore. Terzo anno di repliche dell'accattivante giallo teatrale costruito in occasione del cinque centenario della morte del grande artista ed ispirato ad un luogo preciso: la Casina del Curato o di Raffaello, perfetta location dove il divin pittore visse e che non ha neanche bisogno di allestimento per quanto è completa e funzionante. Il "giallo" configurato nel titolo dello spettacolo si riferisce alla misteriosa morte di Raffaello Sanzio, avvenuta a Roma a soli 37 anni. Sarà Giorgio Vasari (Giole Rotini) a cercare di svelare l'arcano ed in questo tentativo sarà accompagnato (ed a volte osteggiato) dalla serva della casa Spartaca (Stefania Ventura) e dal terzo personaggio, ultimo ad entrare in scena, Madre Perla (Melania Fiore). La storia, ambientata nella seconda metà del 1500, in questa versione ha una ricostruzione originalissima: il pubblico diventa protagonista fin dall'inizio. Lo splendido palazzo del XIV secolo accoglie infatti gli spettatori all'entrata e qui vengono tutti riuniti in attesa degli attori. Lo spettacolo prende vita con l'arrivo di Spartaca che, con un improbabile linguaggio tra il plebeo, il romanesco ed il volgare, rompe la quarta parete rivolgendosi direttamente al pubblico che, suo malgrado, scopre di fare parte degli invitati alla festa organizzata dal Vasari. Solo dopo un acceso battibecco con Spartaca (che critica l'abbigliamento assolutamente non idoneo degli astanti) ci si sposta nell'atrio sovrastante il giardino e si prende posto a sedere. Con queste giocose premesse è logico credere che si assisterà ad una frivola commedia, ma, man mano che lo spettacolo prende corpo, la parte noir si manifesta con tutto il suo carico di suspense. Prosieguo con colpi di scena e finale a sorpresa che, ovviamente, non sveliamo. Splendida ambientazione quella che accoglie non solo i tre protagonisti, ma anche gli ospiti (il pubblico), nonostante non vi sia un vero e proprio palco e l'opera si dipani tra il pavimento ed una spoglia scalinata. Esaltante l'interpretazione di Spartaca che riesce ad attirare su di se, nonostante lo scontroso carattere, le simpatie degli spettatori, specie quando cerca di "vestirli adeguatamente" tirando fuori abiti impolverati e sgualciti da una cassapanca posta tra il pubblico. Piacevolissimi i dialoghi in lingua volgare (a volte riveduta e corretta), forbita quella della suora e del Vasari, plebea quella della serva. Un plauso a tutti gli interpreti non solo per come hanno padroneggiato il linguaggio particolare, ma anche per lo sforzo di recitare indossando i costumi d'epoca (bellissimi e con colori perfettamente in ambientazione) molto pesanti per una torrida serata estiva. A coronare questa ragguardevole ricostruzione del periodo storico sono state le musiche composte da Riccardo Mosca che hanno accompagnato in sottofondo lo spettacolo, ricreando il tempo e lo spazio rinascimentale. Ma soprattutto la trama e la regia di Barbara Chiesa hanno reso la piece piacevole e divertente pur nel suo risvolto cruento, con una spiccata attenzione alla reale ricostruzione storica, accentuata dalle citazioni tratte dal testo del Vasari "Le vite" ispirato, appunto, alle biografie di grandi personaggi. Unico appunto: Melania Fiore, Madre Perla alias la Fornarina, forse è un po' troppo giovane per interpretare una suora ritiratasi in convento trent'anni prima della vicenda narrata. Il Festival estivo Raffaello per Roma '22 Ritratti d'Autore, sarà in scena fino al 5 agosto presso la Casina del Curato o di Raffaello. Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 24 luglio 2022. |
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