Trentasei anni e non sentirli! Tanto è il periodo di repliche e di incondizionato apprezzamento dello spettacolo Rumori fuori scena che il Teatro Vittoria propone fino all'8 gennaio.
Tanto successo dopo tutto questo tempo si deve alla genialità dell'autore (Michael Frayn) che è riuscito a creare una commedia dove la comicità ha un ruolo preponderante, ma senza mai scadere nel banale o, peggio, nel volgare. La storia è quella di una mal ridotta compagnia teatrale che deve mettere in scena uno spettacolo. Tutto inizia con un piatto di sardine che non deve essere portato via prima del previsto. Siamo nella notte precedente alla prima della rappresentazione e ancora, nonostante il regista sia allo stremo, gli attori sbagliano le battute, chiedono spiegazioni sul copione e non ricordano la loro parte. Le prove vanno avanti e ben presto il pubblico in sala si rende conto di essere parte della commedia, ritrovandosi in un contesto di "metateatro" dove i piani si sovrappongono e si intrecciano creando una commistione tra palco, sala e backstage. L'opera è divisa in tre atti: nel primo si comprende che si sta guardando solo un lato della storia (otto porte che si aprono e chiudono continuamente, una finestra e una scala rappresentano il separè tra il palco e il dietro le quinte); nel secondo atto c'è un capovolgimento della scenografia e ci si trova in altra ambientazione teatrale, assistendo alla commedia "da dietro" (ed è qui che la comicità raggiunge livelli entusiasmanti con una recitazione essenzialmente muta, ma intrisa di mimica e comunicazione); nel terzo atto si diventa spettatori della sgangherata rappresentazione praticamente recitata "a braccio". Spettacolo che fa ridere con intelligenza, con ritmi ironici e narrativi eccezionali; i livelli di comicità salgono man mano in un crescendo di gag, battute, equivoci, dispetti e intrighi amorosi. Una commedia costruita perfettamente nell'adattamento, nella regia e nell'interpretazione, partendo da un testo originale che scardina i tradizionali meccanismi teatrali. Un plauso va agli attori per la maestria con cui si districano nel complicato meccanismo del davanti e dietro le quinte e per la capacità di far sentire il pubblico parte della storia. A questo proposito, come non citare un aneddoto spesso raccontato da Stefano Altieri, uno dei pilastri della compagnia Attori & Tecnici che ricorda che in una replica "durante il secondo atto, l'attore Sandro De Paoli svenne in scena. Alla richiesta da parte dei colleghi di- C'è un medico in sala? - scoppiò una fragorosa risata. Passarono quasi cinque minuti prima che un dottore salisse in palcoscenico a prestare soccorso". Spettacolo azzeccatissimo per una serata all'insegna della genuina risata ed adatto al pubblico di ogni età (la sera della Prima la sala gremita di ragazzi ne è la riprova). Un po' lungo, ma mai stancante. Un crogiuolo immaginario dove si incontrano l'umorismo inglese col teatro grottesco, la "seria" comicità alla Fantozzi e le classiche gag intramontabili che non smettono mai di far ridere, anche se trite e ritrite. Cosa volere di più da una rappresentazione teatrale! Questa recensione si riferisce alla rappresentazione del 16 dicembre 2022. |
Rumori fuori scena Teatro Vittoria |